28/2010
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Riccardo Sepe Visconti
Tutto lascia pensare che si andrà ad elezioni politiche anticipate e in questo caso è molto probabile che lei si candiderà alla Camera. E’ d’accordo con questo pronostico? C’è una crisi politica in atto e a mio parere sono aperte tutte le possibilità, la situazione è fluida (Ndr. Intervista rilasciata l’11 dicembre, prima del voto di fiducia): che il Governo attuale cada, ma anche che abbia la fiducia e vada avanti o che si formi un nuovo Governo. E’ vero, comunque, che le elezioni anticipate sono una delle soluzioni più probabili, ma vedo possibile anche il Governo tecnico, magari a termine, per riuscire a varare la nuova legge elettorale. Un cambiamento della legge elettorale potrebbe costituire un ostacolo alla sua candidatura? Se rimane quella attuale le candidature le decide il partito: se il PD me lo chiederà mi candiderò, e se nella lista occuperò una buona posizione l’elezione sarà quasi automatica, sia che il mio schieramento vada a governare, sia che resti all’opposizione. Se si torna, invece, all’elezione di una parte dei deputati con i collegi uninominali, il collegio di Ischia è legato a un quartiere di Napoli (la zona Mercato e dintorni con circa 100mila abitanti): nelle 3-4 elezioni politiche precedenti, Ischia ha sempre premiato il suo candidato ma, comunque, una mia eventuale candidatura e vittoria andrebbero conquistate sul campo, confrontandosi con i cittadini del proprio territorio, ma le possibilità di riuscire ci sono. Lei ha una forte visibilità isolana, ma adesso ha bisogno di farsi conoscere anche nella Provincia. E’ vero, ma da quando sono stato eletto consigliere provinciale, nel 2009, sto facendo politica anche in quell’ambito; inoltre il mio ruolo all’interno dell’ANCI Campania (Associazione Nazionale Comuni Italiani) mi consente di aver contatti con le altre amministrazioni della provincia di Napoli, e sono rapporti che contano nel momento in cui si devono raccogliere voti in terraferma. Lei sta lavorando intensamente, insieme all’onorevole e consigliere regionale Domenico De Siano, per unire almeno tre dei Comuni dell’isola (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno). A che punto è il progetto del Comune Litoraneo? Se le dovessi rispondere guardando alle convinzioni dei miei colleghi amministratori, le direi che non si realizzerà mai; invece ho un po’ più di fiducia nella maturità dei cittadini, anche se in un eventuale referendum – che spero si terrà in primavera – si deve vedere quanto i politici contrari, presenti in maniera trasversale sia in maggioranza che in opposizione, riusciranno a condizionare l’elettorato. Se si lasciasse spazio al voto spontaneo, penso che ci sarebbe la sorpresa di una prevalenza dei ‘sì’ anche in altri Comuni: penso a Barano e forse anche a Forio. Chi fra i consiglieri comunali ha votato contro il comune Litoraneo, lo ha fatto solo per questioni di tipo personale: non vedo infatti come sia possibile che chi è favorevole al Comune Unico (e la delibera relativa a questo punto è passata a larghissima maggioranza in tutti e tre i consigli comunali) non possa esserlo, in subordine, al Comune allargato a tre. Quindi, considero in malafede proprio chi è favorevole al Comune Unico e contrario al Litoraneo, mentre è in perfetta buonafede chi è contrario ad entrambi. Qualche mese fa ad una manifestazione della Camera di Commercio di Napoli che riuniva una qualificata platea di imprenditori, lei salì sul palco e parlò apertamente di crisi e di possibili conseguenti disordini sociali. Si tratta di un comportamento inusuale per un Sindaco: vorrei, quindi, da lei una veloce analisi su questa crisi e che mi dicesse cosa può fare un primo cittadino per invertire questa tendenza. Noi amministratori possiamo avere solo un ruolo propulsivo, per spingere le istituzioni superiori a fare promozione turistica. Invece, per portare nuovi flussi turistici è necessario fare forti investimenti che toccano alla Regione e le prospettive in questo senso non sono positive, perché l’assessore al turismo Giuseppe De Mita è legato ai territori interni, montani della Campania e sta trascurando tutta la zona costiera. Le amministrazioni dell’isola possono agire direttamente solo su certi problemi che ne danneggiano l’immagine presso i turisti, che già scelgono Ischia per le loro vacanze: mi riferisco alla pulizia del mare, al traffico, ai trasporti, alla cura del territorio, insomma. Sempre in tema di crisi, un forte gruppo alberghiero internazionale, qual è l’NH, ha lasciato Ischia, vendendo la struttura dell’ex Jolly ma, contemporaneamente, sta facendo investimenti notevoli anche in zone periferiche, quale per esempio Donnafugata in Sicilia. Non la preoccupa il fatto che un gruppo così importante abbia dismesso a Ischia? Sicuramente non è un dato positivo, vuol dire che era un ramo secco, non produttivo e ci dobbiamo chiedere il perché. Non era produttivo a causa della località in cui si trovava, cioè Ischia, o perché era gestito in modo non più confacente con i tempi? E’ possibile anche che il gruppo NH, abituato ai fatturati dei city hotel sia rimasto deluso dai risultati avuti a Ischia, anche se sicuramente il grosso investimento a Donnafugata è in controtendenza rispetto alla predilezione di NH per gli alberghi nelle grandi città che lavorano tutto l’anno. Ad NH è subentrata una grande famiglia di imprenditori ischitani, i Di Meglio. Infatti, adesso dobbiamo vedere come andrà con la nuova gestione. Le offerte promozionali per l’Hotel del Re Ferdinando, come adesso si chiama l’ex NH, hanno già mostrato il tipo di impostazione data al nuovo albergo del gruppo Dim Hotels, in linea con la filosofia commerciale del gruppo. Ma anche l’NH aveva abbassato molto i prezzi e la qualità del servizio offerto non era quella del Jolly, ma va detto che tutte le strutture NH si posizionano su un livello medio-basso. La nuova gestione dei Di Meglio avrà sicuramente un riverbero sul tipo di turisti che sceglierà il ‘Re Ferdinando’: Dim Hotels si rivolge, infatti, quasi esclusivamente agli italiani ed a un turismo con possibilità economiche più modeste e, quindi, è probabile che anche la nuova struttura ospiterà questo tipo di turisti. C’è poi l’incognita del settore congressuale: Di Meglio come lo gestirà? Anche lì sceglierà una politica di prezzi aggressiva, rivolgendosi a clienti che vogliono risparmiare? Lei non è preoccupato per tutto questo? Non la penso come lei. Ischia, intesa come isola, ha un’offerta alberghiera enorme: e se anche Dim Hotels ha moltissimi posti letto, almeno a Ischia Comune, tuttavia sono una percentuale molto bassa se paragonata alla disponibilità complessiva dell’isola: direi circa 1500 contro 30mila totali. Accanto ai quattro stelle che contengono anche parecchio i prezzi, ci sono 7-8 cinque stelle che consentono vacanze con servizi superiori, anzi da quel che so queste strutture hanno retto alla crisi. D’altra parte, il numero di clienti che possono spendere per un albergo esclusivo è limitato, quindi è giusto che ci sia un’offerta di fascia intermedia, che ci consente anche di essere concorrenziali rispetto ad altre località turistiche. Anzi, le offerte di questi alberghi consentono a Ischia di avere un po’ di turismo al di fuori della stagione estiva, mentre prima l’isola per diversi mesi era totalmente vuota. La mia unica preoccupazione è per le strutture piccole, spesso a conduzione familiare, che non possono abbassare così tanto i prezzi, pena la perdita del loro margine di guadagno. Dovrebbero puntare sulla qualità del servizio offerto, migliorarla, ma per farlo in maniera credibile sarebbe necessario da parte loro un forte investimento per rinnovare le strutture, e spesso non hanno la possibilità economica di farlo. Lei è d’accordo sul fatto che quando un gruppo imprenditoriale diviene egemone all’interno di un territorio ristretto, è inevitabile che le scelte imprenditoriali non rimangano limitate alla sfera dell’attività privata, ma divengono di interesse collettivo, nella misura in cui investono la vita di tante persone? Penso che il discorso che fa lei vada allargato a tutta la categoria degli imprenditori alberghieri. Per esempio, apertura e chiusura andrebbero concordate meglio con il Comune: accade, infatti, che noi facciamo grossi sforzi per presentare un paese in ordine, chiudendo i cantieri, allestendo addobbi, preparando un cartellone di eventi per i turisti e poi i più importanti alberghi non aprono: e sempre più spesso non accade solo a Natale ma anche a Pasqua! Si dovrebbe invertire una tendenza: fino ad oggi, infatti, le strade di imprenditori e amministratori non si sono mai incrociate in maniera seria. Ma va anche detto che sugli alberghi (diversamente che per gli esercizi commerciali) il Comune non può agire con ordinanze per imporre l’apertura, quindi si deve muoversi in via informale. Mi rivolgo adesso a Giosi Ferrandino sindaco di Ischia e ingegnere per parlare del rinnovamento di piazza degli Eroi: sarebbe importante renderla un salotto, ampliare la zona pedonale. E’ dai tempi di Enzo Mazzella che non vediamo interventi pubblici che realmente trasformino il territorio e quella di piazza degli Eroi potrebbe essere l’opportunità. Ricordo che quando a Casamicciola decisi di raddoppiare la strada in basso per realizzare il corso pedonale mi presero per pazzo, i commercianti si rivoltarono contro di me. Ma io vedevo già come il corso Manzi si sarebbe trasformato e puntai molto su quell’opera, perché sapevo che avrebbe dato una svolta al paese. Oggi, credo che tutti mi diano ragione, i negozi ne hanno tratto grande giovamento e anche il flusso del traffico, che a Casamicciola si bloccava, è comunque più scorrevole. Ugualmente, a Ischia ho individuato nel nodo stradale di piazza degli Eroi il luogo del cambiamento. L’ho pensata in un certo modo, quindi il nostro progetto ha una sua filosofia, che consiste nel voler ampliare fino a quella piazza la zona pedonale dei negozi e dello shopping che culmina a piazza S. Girolamo. Sono partito da via E. Cortese (che collega la piazzetta a piazza degli Eroi): l’abbiamo ripulita, illuminata degnamente e riempita di fiori integrandola con la pineta, come è giusto che sia. Il passo successivo è, appunto, piazza degli Eroi, che è consacrata per oltre l’80% al traffico, e parti residuali sono occupate dalla pompa di benzina e dal giornalaio. Gli spazi vanno ottimizzati, dando alle macchine le superfici minime indispensabili, ma tutto il resto della piazza deve restare sgombro. Oggi a Ischia non c’è una creazione artistica moderna che possa colpire: perché non installarla lì? Abbiamo previsto, quindi, una fontana e una scultura ben visibili e integrare la pedonalizzazione della piazza con le aree di pineta confinanti. E sono contento che abbiamo avuto anche l’approvazione della Soprintendenza. Lavori di riqualificazione efficaci possono favorire l’economia che ruota attorno alle zone interessate dagli interventi, come ha mostrato l’esperienza di Casamicciola. Quindi, varrebbe la pena di pensare in grande anche i cambiamenti da fare a piazza degli Eroi, magari coinvolgendo le strade che gravitano attorno, da via De Luca, a via M. Mazzella e via Sogliuzzo. Sono d’accordo. Quando ho realizzato il restyling di piazzetta S. Girolamo ho rischiato grosso: mi sono messo contro il Bar Vittoria, il Gatto Bianco, che poi ho recuperato, c’erano le esigenze del negozio del parrucchiere e dell’albergo di Lauro. In molti si sentivano toccati da quel progetto e quindi è nata una polemica dura. Io volevo fortemente il livellamento della piazza su un solo piano e sono felice del risultato, perché tutte le parti interessate che avevano grosse incertezze adesso sono contente: i locali sono frequentatissimi e lo shopping nei dintorni va bene, molti hanno riqualificato i loro negozi e bar, cambiando insegne e vetrine. A piazza degli Eroi sono sicuro che potrebbe accadere la stessa cosa, La Caprese ci ha anticipato aprendo una boutique in un angolo della piazza che era abbandonato, e non a caso hanno avuto il nostro sostegno. Parlando in maniera più generale, i politici si fanno condizionare da quello che dice la gente e tendono a non agire, non hanno il coraggio di imporre i loro progetti: io lo faccio a costo di mettermi contro tante persone. Lei è consapevole che il 2011 sarà per lei un anno di battaglie politiche ferocissime? Le battaglie mi piacciono, non sarà un anno monotono! Mi ha contraddistinto, finora, la serenità d’animo, se si è consapevoli della bontà della propria azione amministrativa, non si teme nulla e io non temo nulla. Se il politico di turno riuscisse ad emergere e a scalzarmi, vorrebbe dire che è più bravo di me, e quindi sarebbe giusto che occupasse il mio posto, non sono quello che per rimanere a galla deve uccidere l’avversario. Se in occasione del referendum si lasciasse spazio al voto spontaneo, penso che ci sarebbe la sorpresa di una prevalenza dei ‘sì’ anche in altri Comuni come Barano e forse anche Forio. In questa fase in cui si diffondono le grandi concentrazioni alberghiere, la mia unica preoccupazione sono le strutture piccole, spesso a conduzione familiare, che non possono abbassare troppo i prezzi, pena la perdita del loro margine di guadagno. Quando ho realizzato il restyling in piazzetta S. Girolamo ho rischiato grosso. In molti erano toccati da quel progetto e la polemica è stata dura: io l’ho voluto fortemente e sono felice del risultato, perché tutte le parti interessate che avevano grosse incertezze adesso sono contente. I politici si fanno condizionare da quello che dice la gente e tendono a non agire, non hanno il coraggio di imporre i loro progetti: io lo faccio, a costo di mettermi contro tante persone.