24/2008
Text: Riccardo Sepe Visconti
Per motivi a me ignoti l’autorevole Corriere del Mezzogiorno (inserto campano del più importante quotidiano italiano – Il Corriere della Sera) ha ospitato una polemica a tratti, molto aspra, che ha riguardato l’isola d’Ischia. Naturalmente se da un lato è senz’altro giusto esprimere le proprie critiche o semplicemente le proprie opinioni su di un’ isola che certamente vive un periodo di crisi, dall’altro appare inopportuno e perfino strumentale fare del qualunquismo di basso profilo intellettuale, dire falsità che generano inutile allarmismo, proporre soluzioni ai problemi spacciando per pratici ragionamenti solo teorici.
A dare il ‘via alle danze’ è stato uno strano articolo di Franco Iacono, eminentissimo e preparatissimo (lo scrivo senza alcun sarcasmo) uomo politico che in passato ha ricoperto alcune delle più alte cariche a livello di dirigenza del Partito Socialista Italiano, è stato sindaco di Forio, presidente della provincia di Napoli, assessore della regione Campania e infine deputato al Parlamento Europeo.
Iacono lamenta la crisi di identità della propria isola (in verità facendo un po’ di nostalgica confusione con il passato, poiché per puntellare le proprie affermazioni evoca i nomi di Auden, Capote, Walton ed altri che furono tutti ospiti stranieri del passato, gente che probabilmente amò l’isola ma che certamente non contribuì né a modificarla, né a rafforzarla nella propria identità: furono semplicemente ospiti che trascorsero parte del loro tempo ad Ischia), si duole, giustamente, di una certa sciatteria frutto della strategia “bassi prezzi, bassa qualità”, si preoccupa che la camorra con la sua “cultura” cominci a farla da padrona, che la droga scorra a fiumi, che i suicidi e le morti violente sulle strade ischitane siano tristemente all’ordine del giorno, che perfino lo stupro di gruppo abbia trovato cittadinanza dalle nostre parti. Iacono sostiene che sia un errore preoccuparsi di promuovere l’immagine dell’isola, specie se attraverso un certo corteggiamento nei confronti dello star system e dei personaggi da gossip che normalmente riempiono i rotocalchi. Per Iacono conta solo (almeno così dice lui) recuperare qualità e identità per restituire al mondo e al turismo un’ “altra” isola. Questa è la sua ricetta! A questo punto sono intervenuti, sempre con un occhiello dalla prima pagina del Corriere del Mezzogiorno, i commenti di Luigi Covatta, Amato Lamberti, Annamaria Chiariello ed il marito di lei Paolo: quest’ultimo ci va giù pesante e tra l’altro in un passo, dove sostiene che l’isola sia come una spugna imbevuta di criminalità, scrive: “vogliamo parlare delle case, delle ville, degli alberghetti abusivi, dei negozi e delle piccole imprese commerciali sequestrate negli ultimi due anni sempre a Ischia dall’Antimafia ad alcune famiglie napoletane considerate fiancheggiatrici della camorra? Oppure delle migliaia di espulsioni con foglio di via obbligatorio di soggetti indesiderati perché camorristi o comunque collaterali alle cosche napoletane?”. Qualche capoverso più in là aggiungerà – attingendo dalla prosa di un precedente articolo di Covatta – che ad Ischia le “discoteche sono alla mercè di camorristi e spacciatori born in Scampia”. La moglie di Paolo, Annamaria, suggerisce un po’ di “capritudine”, nel senso di trasferirci tutti a Capri a prendere lezioni di ospitalità turistica & buona amministrazione del territorio. Ma Amato Lamberti respinge al mittente le proposte di Annamaria, raccontandole con dolcezza che Ischia è molto diversa da Capri (!) e nel contempo si preoccupa anche di spiegare al buon Iacono che la comunicazione è importante e che anzi è indispensabile promuovere “un progetto capace di colpire l’immaginario di milioni di persone”. Tutto ciò mi fa pensare alla vecchia canzone di Bennato “Dotti, Medici e Sapienti”, dove: “sono tutti al capezzale/ di un malato molto grave/ anzi già qualcuno ha detto/ che il malato è quasi morto! (…)”.
Poiché non la penso come questi signori, o perlomeno condivido solo una parte delle riflessioni di Covatta e Lamberti, e solo una piccolissima parte di quelle di Iacono (tra l’altro mi domando perché Franco Iacono si sia, almeno istituzionalmente, tirato fuori dall’agone politico, se poi di fatto non perde occasione per intervenire in tutte le diatribe politiche che riguardano la sua terra?!… Lo Stato ci insegna che gli ultrasettantenni governano il Paese e gli ultraottantenni lo presiedono. Magari con esiti ed attendibilità diverse, ma certamente sia Berlusconi che Napolitano non difettano di energia, lucidità e fortissima operatività), ho pensato di fare una mia piccola inchiesta e verificare innanzitutto che i fogli di via non sono affatto migliaia ma che dal primo luglio al momento in cui scrivo e cioè il 22 agosto sono solo (o ben, dipende dai punti di vista) 28! Che le operazioni di polizia giudiziaria che riguardano direttamente o indirettamente reati contemplati dall’art. 416 bis sono solo (o ben, etc.etc) 3! Che la presenza malavitosa è in diminuzione e che i reati contro le persone o di natura predatoria sono talmente pochi da non destare alcun allarme o preoccupazione (fonti ufficiali attinte personalmente presso il Commissariato di P.S. di Ischia e confermatemi dal comandante dei Carabinieri). Allora mi domando: perché sollevare tutta questa polemica? Perché massacrare l’immagine di un’isola già in difficoltà? Perché criticare l’opera di persone che, come Giancarlo Carriero, spendono un monte di denaro, energia, entusiasmo e speranze nel tentativo di rilanciare l’immagine di Ischia nel mondo attraverso il solo sistema oggi riconosciuto valido, e cioè l’uso di testimonial autorevoli e amati dal grande pubblico che dicano al Mondo Intero che Ischia è un posto bellissimo? Caro Franco Iacono, non ti sarai fermato (in termine di comunicazione promozionale) alle antiche cartoline dell’isola che pubblicizzavano Ischia con ingenue immagini di ‘cucciarielli’, belle contadine con il cesto di uva sulla testa e via dicendo? Stimato Paolo Chiariello, prima di tirare fendenti, non sarebbe il caso di documentarsi seriamente così da poter esibire dati certi, fonti autorevoli, fatti veritieri e di conseguenza analisi dei fenomeni trattati attendibili?
Ma le mie opinioni potrebbero contare poco e dunque nel mio testardo intento di voler fare chiarezza su tutto ciò ed in particolare sul presunto ‘allarme camorra’, ho intervistato tre persone che per le loro cariche e competenze specifiche hanno tutta l’autorità per dirmi come stanno veramente le cose: Marco Bottiglieri, presidente dell’ASCOM, Giancarlo Carriero, proprietario dell’albergo della Regina Isabella ed Ermando Mennella, presidente della Federalberghi (ho sentito anche il vicequestore Antonio Vinciguerra, dirigente del commissariato di P. S. di Ischia e il maggiore Luigi Mauro, comandante della compagnia dei Carabinieri di Ischia che però, per vincoli connessi alle rispettive cariche, non hanno potuto rilasciarmi un’intervista).
Nel dar loro la parola, dirò che da buon napoletano credo di conoscere bene il fenomeno della camorra, e di non essere affatto all’oscuro che taluni camorristi vengono ad Ischia a villeggiare e che tentino pure di fare impresa. Ma vorrei anche che il pubblico si renda conto che Ischia è un’isola del golfo di Napoli e che sarebbe fortemente ingenuo credere che possa davvero rimanere estranea a visite dei malavitosi. Questo non vuol dire che si può abbassare la guardia, che fortunatamente da noi resta altissima, né che si può accettare la presenza di pregiudicati senza fare di tutto per allontanarli o segnalarli alle Forze dell’ordine. Anzi! Questo va fatto e si fa. Ma non è giusto presentare un luogo tranquillo e sicuro quanto altri mai come una terra da far west, dove impazzano bande di criminali e si commettono reati nell’indifferenza della gente e nel panico degli ospiti. Questo quadro è del tutto falso: se ne facciano una ragione anche i miei colleghi che come Massimo Zivelli, corrispondente de Il Mattino, Domenico Di Meglio, direttore de Il Golfo o Mauro Iovino, corrispondente ANSA, non perdono mai occasione per strillare ‘al Lupo al Lupo’! A furia di gridare allarmi inutili, oltre che a rimetterci la faccia, finirà che quando (e se) avremo bisogno di aiuto vero nessuno sarà disposto a darci credito.
Giancarlo Carriero
Secondo te, perché qualcuno si è sentito in dovere di denunciare una realtà che pare non sia vera e perché il Corriere del Mezzogiorno ha scelto di fare da cassa di risonanza a questa polemica, ospitandola in prima pagina per giorni e giorni?
Il giornale, come anche il Corriere della Sera ed altri grandi quotidiani, sceglie di lasciar parlare chiunque ritenga abbastanza autorevole, anche quando fa affermazioni palesemente errate. Il Corriere del Mezzogiorno ha pubblicato l’articolo di Chiariello perché è un giornalista abbastanza noto ma lo ha fatto senza neppure in rigo di commento, e questo mi è un po’ dispiaciuto. Ma come questo di articoli ne ha pubblicati altri, segno che si tratta di un atteggiamento comune, che è quello appunto di ospitare gli interventi di tutti più che avere una propria linea. Si badi bene, mi riferisco solo alla ‘questione Ischia’ perché su altri fatti ha avuto una linea ben chiara. Pubblicare l’articolo di Chiariello può anche rispondere alla volontà di dare spazio ad un dibattito, e per avere un dibattito ci vogliono opinioni differenziate, tuttavia, ripeto, un commento del direttore ci sarebbe voluto.
Come vuoi rispondere all’articolo di Paolo Chiariello?
Chiariello è un sincero amico dell’isola e un ottimo giornalista che semplicemente ha scritto un articolo che non condivido, quindi, più che fare polemiche personali, preferirei parlare più in generale di quello che lui ha affermato e della mia risposta tramite stampa. Dunque, io penso che una certa presenza della criminalità nell’isola sia una realtà e ci preoccupa molto, quindi è giusto sottolinearla. Tuttavia è anche un fenomeno ben contenuto dalle Forze dell’ordine e infatti è in flessione. Credo che il vero rischio lo abbiamo corso negli anni ’80, quando a Ischia venivano camorristi di notevole spessore e nelle baie dell’isola erano ormeggiati i motoscafi blu, quelli usati per il contrabbando di sigarette, adoperati come natanti da diporto, ma credo che da quella fase siamo usciti. Con ciò non voglio dire che l’isola sia immune dal fenomeno malavitoso, ma oggi non si può affermare che Ischia sia diventata il ‘buen retiro’ dei camorristi, quando il fenomeno ha semmai un trend esattamente inverso. E qui veniamo al vero problema dell’isola d’Ischia, quello della sua immagine, che è assai debole, per cui rende assolutamente credibili affermazioni del tipo “Ischia è piena di camorristi” e contemporaneamente rende difficilissimo comunicare le cose belle che l’isola produce. Fare turismo è in primo luogo vendere un’immagine: se capiamo questo ci rendiamo conto di quanto sia importante preservare e anzi migliorare quest’immagine. Se pensiamo, viceversa, che fare turismo significhi solo abbassare i prezzi, continuiamo su questa strada, ma rendiamoci conto che non riusciremo mai ad eguagliare quelli di altre nazioni in cui la manodopera costa un decimo che in Italia. Noi dobbiamo offrire servizi di qualità ed avere un’immagine adeguata a questo tipo di offerta.
Come si comporta il tuo albergo in presenza di clienti di cui si sa che pagheranno con soldi provenienti da attività illecite?
Se lo sappiamo prima, facciamo di tutto per evitare la prenotazione, ma in generale non vengono proprio. Sanno benissimo che, per legge, quotidianamente dobbiamo comunicare alla Pubblica Sicurezza i nomi di tutti gli ospiti. Ricordo che solo una volta, circa 10 anni fa, in seguito alla registrazione e comunicazione vennero i Carabinieri, di notte, e con molta discrezione chiesero di essere accompagnati nella stanza di questa persona, la portarono via e dopo abbiamo appreso che ebbe il foglio di via. Finora, quindi, grandi problemi non li abbiamo avuti. Certo, in astratto, può presentarsi qualcuno che ha prenotato tramite agenzia e di cui, quindi, non si conosce il nome: il nostro compito è quello di comunicare alla P.S. i nostri ospiti e lo facciamo sempre: naturalmente quella persona finirebbe poi sulla nostra black list.
Avete mai avuto problemi con le carte di credito rubate, fenomeno che ultimamente denunciano i commercianti?
No, non è mai successo: addirittura accettiamo dai nostri clienti, perché li conosciamo, il pagamento in assegni e non abbiamo mai avuto problemi, forse in vent’anni non sono andati a buon fine uno o due assegni!
Qual è la ricetta che Giancarlo Carriero suggerisce a quest’isola?
Dobbiamo puntare sulla qualità dell’offerta, dei servizi, a partire da pulizia e decoro. Per troppi anni si è pensato che, tanto, i turisti sarebbero venuti comunque, soprattutto quando si puntava sul tedeschi attirato, secondo me, dal fatto che la loro cassa mutua rimborsava le cure termali effettuate in Italia. Da quando, pochi anni fa, la Germania ha smesso di rimborsare le terme ai propri cittadini e i tedeschi si sono estremamente rarefatti, ci siamo all’improvviso resi conto che i turisti ce li dobbiamo cercare, li dobbiamo portare in un posto gradevole, in cui desiderino poi tornare. Intendiamoci, per me qualità dei servizi non significa per forza 5 stelle lusso, è essenziale che gli alberghi di categoria inferiore abbiano cura, magari anche maniacale, dei servizi offerti, naturalmente in proporzione alle proprie capacità. So bene, per esperienza diretta con il Regina Isabella, che oggi per ristrutturare bene si spende moltissimo, tuttavia i turisti girano, sono molto consapevoli e i nostri veri competitors sono i modernissimi alberghi di Dubai, Sharm-El-Sheik, della Tunisia, in cui hanno investito moltissimo. Noi ci riscattiamo con la simpatia, la napoletanità, ma quanto reggerà per il futuro? Io penso che potrà reggere solo offrendo anche grande qualità, e non solo simpatia. L’unico approccio valido credo sia quello basato da una parte sulla cura della qualità e dall’altra sulla comunicazione al cliente finale, perché le rotte i tour operator le organizzano in funzione dei desideri dei viaggiatori.
Quanto manifestazioni come l’Ischia Global Fest possono giovare all’immagine dell’intera isola, concorrendo quindi ad aumentare la presenza turistica?
Eventi come l’Ischia Global, ma anche le manifestazioni dedicate al jazz ed alla musica, il premio Ischia di giornalismo aiutano enormemente. Naturalmente è molto più facile agire con queste iniziative a livello nazionale che internazionale, ma piano piano il Global Fest sta uscendo dai confini italiani. Anche perché l’isola è ancora molto bella e se si unisce a ciò l’immagine così fresca e di moda che suggerisce la presenza di grandi attori, musicisti, artisti, si dà un notevole contributo a costruire un volto diverso per l’intera isola. Credo che l’atteggiamento del tessuto locale stia cambiando, molti si offrono di collaborare per il Global Fest, i sindaci cominciano a capire e io sono molto fiducioso che in un prossimo futuro possa esserci un nuovo indirizzo, e anzi l’attuale crisi potrebbe contribuire a farci imboccare un percorso nuovo.
Marco Bottiglieri
Recentemente dal Corriere del Mezzogiorno si è sollevata una polemica perché i livelli di delinquenza nell’isola durante il periodo estivo sarebbero preoccupanti. L’aumento esponenziale della popolazione comporta un innalzarsi di certi fenomeni, che possono andare da quelli solo frutto di scostumatezza fino ad atti anche di una certa violenza, è sempre accaduto e probabilmente avviene anche altrove. Ma è vero che quella del 2008 è un’estate in cui questi fenomeni sono più frequenti?
Ritengo di no. I controlli sono capillari e hanno fatto tesoro dell’esperienza degli anni precedenti. I fogli di via a Ischia sono più numerosi proprio perché qui si è studiato il fenomeno e le abitudini degli ospiti indesiderati e quindi è più facile ‘stanarli’. Se questo tipo di lavoro si facesse a Sorrento o a Positano, o nella stessa Capri, i fogli di via sarebbero un certo numero anche lì (naturalmente sempre in proporzione agli arrivi). Nella stessa Spagna in questi giorni hanno arrestato dei camorristi.
Come presidente dell’ASCOM, ritieni che il fenomeno delle carte di credito rubate è aumentato?
No, anzi.
Le portano sempre i napoletani?
Sì, le portano i napoletani, qui il truffatore-tipo è napoletano.
Ciò significa che dietro c’è sempre la camorra?
No, da quello che percepiamo noi, direi che sono truffatori isolati.
Al di là dell’attività delle Forze dell’ordine, pensi che la società e le forze economiche isolane oppongano una credibile resistenza ai tentativi della camorra di realizzare affari nell’isola?
C’è chi ha scelto di impedire a queste persone di frequentare i propri locali, alberghi e negozi semplicemente non facendoli sentire a proprio agio. Il problema maggiore è costituito dalle affittanze, su cui non c’è un reale controllo e mai c’è stato. In realtà la legge stessa non consente di operare questi controlli, perché dà all’affittuario un tempo di 10 giorni per comunicare la presenza dell’inquilino e molti ne approfittano per non dichiarare le persone che hanno in casa.
E il fenomeno delle risse e dei vandalismi notturni?
Quest’anno è inferiore agli anni scorsi, si è notato che si verifica sempre dopo le tre del mattino. D’altra parte ultimamente avviene anche d’inverno, quando qui ci sono praticamente solo ischitani.
Il quadro offerto dal giornalista Paolo Chiariello, di un’isola profondamente infestata dalla camorra, più degradata e insicura degli anni precedenti, corrisponde al vero o è un quadro molto alterato?
Dati ufficiali non ne esistono. La stessa mappatura dell’isola divisa fra le famiglie camorristiche di cui parla Chiariello non ci risulta.
Nelle affermazioni di Chiariello qualcuno ha visto una sua personale polemica, perché non si sarebbe sentito ‘protetto’ a sufficienza nella sua residenza ischitana, che è a Ponte.
Quest’anno Ischia Ponte forse ha ospitato qualche evento in più che può aver disturbato chi mette il riposo al primo posto, ma erano sempre manifestazioni di un certo spessore e non credo che potessero attirare personaggi di basso livello. Il problema è costituito dai rumori, ma comunque si rispettano sempre le regole circa gli orari di spegnimento degli altoparlanti. Forse si dovrebbe evitare di concentrare troppe manifestazioni nello stesso posto, ma d’altra parte siamo una località turistica.
Pensi che il comune di Ischia faccia una politica sufficientemente incisiva per supportare le attività turistiche e l’accoglienza degli ospiti? E poi, ha posto in essere, nel limite delle sue competenze, un efficiente controllo del territorio?
Penso che entrambe le cose non vengano fatte a sufficienza, bisogna lavorare ancora molto in entrambi questi ambiti fondamentali.
Il fatto che il 22 agosto l’amministrazione del Comune capofila ancora non abbia scelto il suo assessore al Turismo (ndr. dopo l’allontanamento del precedente assessore Luigi Telese) non dà l’idea di un’amministrazione che non ha progettualità in quest’ambito?
In effetti, il fatto di non avere coperto la carica vacante in piena estate non depone bene; anche il fatto che si fanno nomi ma non si sceglie, e per giunta in un momento di crisi, è un cattivo segno.
A parte iniziative esclusivamente private, o supportate da privati, gli eventi organizzati per questa estate dalle sei Amministrazioni sono sembrati molto modesti.
Sono d’accordo, anche un evento consolidato come la Festa a mare per S. Anna non è stato veicolato a sufficienza, benché la festa abbia contribuito a riempire diversi alberghi che, a causa della crisi di quest’anno, avevano ancora posti liberi a fine luglio! Comunque, a parte l’Ischia Global Fest, non mi vengono in mente altre manifestazioni di spessore.
Partendo dall’assunto che la crisi a Ischia c’è, come vanno le cose rispetto allo scorso anno?
La crisi si è acuita, il commercio è in flessione, direi del 20% rispetto allo scorso anno e anche per il prossimo le prospettive sono negative. Ad esempio, sappiamo di compagnie aeree che cancellano i voli per Napoli.
Come spieghi l’incapacità dell’isola di reagire a questo stato di allarme così alto e che certo farà delle vittime fra gli imprenditori?
Il problema è che gli imprenditori non hanno mai sentito il bisogno di associarsi per promuovere l’isola, perché i turisti venivano comunque: adesso, che da qualche anno a questa parte il trend è cambiato, non sono in grado di reagire.
Di fronte alla crisi, la reazione dev’essere lavorare meno o piuttosto lavorare ancora di più per contrastarla: vale a dire, alberghi e ristoranti devono scegliere di accorciare la stagione o cercare di restare aperti più a lungo possibile?
Sicuramente pensare che l’unica soluzione per fronteggiare la crisi sia risparmiare sul personale accorciando la stagione turistica è un errore.
Con Ischiacity mi sono dato un ruolo di difensore dell’isola: di fronte a parole come quelle di Chiariello – che è un cronista e fa il suo lavoro – qualcuno dovrebbe prendere delle iniziative e non basta quello che cerca di fare Giancarlo Carriero. Queste polemiche, unite al disastroso problema della spazzatura su cui non ci siamo soffermati, fanno del male, non è un modo intelligente per cercare di contribuire a risalire la china. Come rispondiamo a chi attacca così l’isola?
Probabilmente non vogliono il bene dell’isola. Dicono cose non suffragate da fatti, ma i dati sono che quest’anno finora ci sono stati tre scippi e qui è arrivato un milione di persone: Ischia rimane un luogo con un bassissimo tasso di criminalità. Il fatto è che qualsiasi cosa negativa accada qui, trova subito spazio sulla stampa e nei media nazionali perché il nome di Ischia fa da cassa di risonanza.
E’ come se da un posto come Ischia ci si aspetta solo cose belle, quindi quando accadono eventi negativi, il contraccolpo è fortissimo.
A Ischia manca un’agenzia stampa che possa veicolare nella luce giusta le notizie. In questo Capri ha molto da insegnarci, anche nel valorizzare ciò che di bello si fa.
Abbiamo un quotidiano, Il Golfo, che non si è perso nessuna possibilità di parlar male dell’isola in prima pagina: questo naturalmente è un modo per fare cronaca, e gli ischitani lo premiano con il loro consenso al giornale. Ciò significa che il direttore Domenico Di Meglio fa bene a spendersi tutte le prime pagine per massacrare l’isola?
Commercialmente forse sì perché le notizie negative fanno vendere sicuramente di più, ma verso i turisti sicuramente è una pubblicità negativa.
Perché allora non si è cercato di organizzare un contraltare a questo tipo di informazione?
Probabilmente su questo argomento manca la sensibilità da parte degli imprenditori.
Ischiacity da una parte rappresenta la prova che si può vendere molto bene anche un giornale che dell’isola parla solo in positivo, dall’altra è la prova del fatto che se tutti lodano campagne nazionali come quella della catena alberghiera ischitana DIM Hotels (ndr. Lo slogan era “A Ischia siamo sommersi dalla bellezza”), al momento di investire in immagine, pochissimi lo fanno. In un momento di crisi ci si deve unire, e qui non sembra che si riesca a farlo…
Questa è l’idea che ci ha spinto a creare il Consorzio Ischia Isola, ma abbiamo difficoltà, cercano di limitarci, sia i politici perché ci vedono come concorrenti, sia altri imprenditori che ritengono che vogliamo valorizzare solo le nostre aziende, mentre noi ci siamo posti l’obiettivo di valorizzare l’intera isola.
Ermando Mennella
Sembra che l’isola sia preda della camorra, che siano stati chiesti molti fogli di via, che la Polizia abbia sospeso licenze a causa di legami con la camorra, che ci sia molta delinquenza: questo asserisce Paolo Chiariello. Vorrei il tuo parere su queste affermazioni.
Federalberghi è contraria a qualsiasi infiltrazione camorristica, anzi sono del parere che dovremmo fare come Confindustria Sicilia che ha deciso di espellere le aziende in odore di mafia. Ritengo che nessuno degli alberghi nostri associati sia legato alla camorra, tuttavia si deve tenere alta la guardia contro le possibili infiltrazioni, perché Ischia, come tante altre località turistiche, può essere oggetto di investimenti da parte di soggetti non desiderabili. Naturalmente sta alle Forze dell’ordine di tutelarci con attività di indagine e prevenzione e semmai io leggo fogli di via e azioni della magistratura come un segno di quest’attività.
Ti risulta che Ischia sia il buen retiro dei camorristi? E’ vero che sarebbero aumentati?
Non ho dati in tal senso. D’altra parte, proprio gli alberghi sono quelli che più collaborano all’attività della Polizia comunicando i dati dei clienti, cosa che non avviene per le affittanze private, che oggi sono poco controllate.
A Ischia i camorristi sono sempre venuti…
Sì, ma questa non è una buona ragione per ritenerlo un fatto fisiologico, vanno comunque sempre combattuti. Piuttosto, come dissi anche al dr. Malvano, quando era questore a Napoli, credo che si dovrebbero intensificare i controlli nelle tarde ore della notte, perché il turista deve poter vivere sempre l’isola in assoluta sicurezza.
Pensi che l’isola sia sicura?
La clientela nota con piacere che quasi tutte le strutture alberghiere non hanno muri invalicabili e particolari sistemi di sicurezza: ed è così perché gli episodi delittuosi sono davvero isolati.
Come ti spieghi che un giornale serio come il Corriere del Mezzogiorno abbia sollevato una polemica così forte, con interventi anche autorevoli, su un problema nella sostanza inesistente, se una recrudescenza della presenza camorristica a Ischia non c’è, e fornendo dati palesemente errati, come quello sulle migliaia di fogli di via?
Mi auguro che, accanto alla notizia falsa, venga data anche quella reale.
Non è possibile, perché il primo che si è preso la briga di controllare i dati presso la Polizia sono io. Come presidente di Federalberghi, ti risulta che la camorra sia interessata ad investire qui e fa pressioni in questa direzione? Si è parlato di alberghi collusi con la camorra.
La camorra investe dove può realizzare guadagni: non so se Ischia possa essere una buona fonte di guadagno, ma non penso proprio che ci siano strutture alberghiere legate alla camorra, ma se fosse mi auguro che la magistratura faccia piena luce e da parte di nessuna categoria di imprenditori si ostacoleranno le iniziative di indagine.