32/2012
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Silvia Buchner
Marco Bottiglieri, gioielliere fra i più conosciuti dell’isola, grande mediatore, fautore del dialogo tanto per carattere quanto per strategia, nell’ultimo quinquennio presidente dell’ASCOM di Ischia e componente del Direttivo Provinciale della stessa associazione, si è candidato alle recentissime elezioni Amministrative, dopo diversi anni di intensa attività sul fronte del turismo e della promozione dell’isola. Con lui abbiamo parlato del volto che sta assumendo il turismo e il comparto commerciale a Ischia, dei problemi nel settore dei trasporti, dei nuovi progetti che crescono intorno all’Ischia Calcio. I problemi che devono affrontare i commercianti ischitani sono molto diversi da quelli dei colleghi sul continente e nelle altre isole del Golfo? No, direi che sono gli stessi, per esempio sia a Sorrento che a Capri la questione trasporti è molto sentita. La promozione è importante, ma se i turisti non riescono a raggiungere l’isola facilmente e, comunque, i costi per traghettare la macchina sono molto alti, questo finisce per scoraggiare la scelta di Ischia, a favore di una meta in terraferma. Da tempo siamo alla ricerca di una soluzione, concordata con gli armatori, ma devo constatare che da parte loro c’è una certa chiusura. Costituisce sicuramente un ostacolo il fatto che la Regione, cui fa capo il settore della mobilità, si trascina dietro da anni una serie di problemi insoluti, uno per tutti il fatto che le sovvenzioni ai trasporti terrestri sono molto superiori rispetto a quelle destinate ai collegamenti marittimi. Ciò comporta che i costi dei biglietti lievitano, a fronte della qualità dei mezzi utilizzati per effettuare il servizio che regredisce, con orari sempre più svantaggiosi e tempi di percorrenza che si allungano. Pensi che esista una soluzione? Il primo nodo da sciogliere non è forse l’attuale regime di monopolio? Sicuramente, ci sono degli equilibri consolidati che impediscono l’ingresso di nuove compagnie di trasporti che si affianchino a quelle attuali, ma è altrettanto certo che aprire la strada ad armatori che siano alternativi a quelli in attività sulla rotta di Ischia è l’unico modo per fornire un servizio migliore, a costi non eccessivi. Parliamo anche dei trasporti locali: l’isola è piuttosto grande, si scoraggia l’uso della macchina per i turisti e per i residenti, ma non si riesce a dare un servizio efficiente. Anche in questo caso c’è una responsabilità dell’Ente pubblico, l’EAV Bus dipende infatti dalla Provincia, e in questo momento i problemi economici che devono affrontare sono molto gravi. La soluzione la vedo nel dare spazio ai privati, incentivando per esempio i taxi collettivi. La proposta che ci è giunta direttamente dai tassisti era di farli circolare all’interno del Comune a prezzi tali da consentire alla popolazione di usarli in alternativa al bus, ma in cambio chiedevano di non avere la concorrenza di questi ultimi. Connessa alla questione dei trasporti locali, c’è quella delle isole pedonali: chiudendo i centri storici alle macchine, bisogna individuare delle soluzioni per chi vi abita e non può raggiungere la propria abitazione a piedi. Si è pensato, perciò, sempre a taxi a prezzi molto bassi, magari anche elettrici, che possano entrare nelle ZTL e di proporre al comune di Barano di affittare uno dei trenini elettrici attualmente in loro possesso, da affiancare ai taxi. Peraltro, nel comune di Ischia le ZTL comprendono anche le spiagge e gli accessi al mare, nella zona di S. Pietro, del Lido, a Ischia Ponte. E diventa assai disagevole percorrere distanze che sono anche considerevoli a piedi con bambini, anziani, borse, ecc. quindi, si deve necessariamente istituire un servizio di navette che entrino nella ZTL. L’assessorato al Turismo viene visto, in genere, come quello deputato a organizzare l’intrattenimento e gli eventi, che sono un aspetto importante del prodotto turistico, ma in un momento di crisi emerge con forza che turismo è in primo luogo economia, anzi a Ischia è l’unica economia, attualmente. Quindi, gli Assessorati devono necessariamente attivarsi per difendere il comparto e, quindi, per rilanciare Ischia. Sono convinto che il rilancio dell’isola passi attraverso una concomitanza di soluzioni: a quelli che dicono che gli eventi non risolvono, ad esempio, il problema dei trasporti rispondo che si deve lavorare su più tavoli, perché abbiamo bisogno di collegamenti efficienti tanto quanto di un’immagine brillante e favorevole. Programmati in tempo, gli spettacoli assumono un’importanza strategica molto maggiore, perché sono forme di intrattenimento che possono essere inserite nei pacchetti-vacanza proposti dai tour operator, dalle agenzie, nei siti dedicati e aiutano a vendere i soggiorni. Inoltre, ci sono eventi mediatici di rilievo come i festival del cinema e del jazz che si tengono a Ischia e che rimandano un’immagine positiva e di conseguenza servono a promuovere l’isola. L’ultimo decennio ha visto la riduzione drastica dei turisti stranieri, in particolare i tedeschi non scelgono più Ischia come un tempo. Verso quali mercati si deve puntare? L’isola ha troppi alberghi con troppi posti letto: tranne che in pochi periodi dell’anno, non si riesce più a riempirli, se non a costo della svendita delle stanze. Quindi, le strutture vanno riconvertite, riducendo il numero delle camere e rendendole migliori, in una parola riqualificando l’offerta. In questo momento, l’economia turistica ischitana la salvano i Russi, che non sono numerosi ma commercialmente parlando sono gli unici ospiti interessanti, perché spendono un po’ di denaro sul territorio. I mercati emergenti sono quelli indiano e sudamericano, per esempio, ma noi in questi Paesi turisticamente non siamo né appetibili, né presenti. In nazioni come la Cina è necessario investire non tanto in comunicazione quanto in piccoli eventi, per esempio ospitando giornalisti, fotografi, TV provenienti da specifiche regioni di quell’immenso paese (il che, visto quanto sono numerosi, significa avere un pubblico di milioni di persone), in particolare, avevo pensato di farli venire durante la festa di S. Anna. Poteva essere l’inizio di un rapporto proficuo, ma – ripeto – si deve investire, e fondi non ne abbiamo come ASCOM, mentre l’assessorato al Turismo potrebbe prevedere di finanziare progetti di questo tipo. Con l’eccezione de La Caprese e proprio della gioielleria Bottiglieri, che ha aperto un nuovo punto vendita a corso Vittoria Colonna, assistiamo a una desolante sequenza di negozi ed esercizi, anche di prestigio, che chiudono: da alcuni bar a monomarca come Ermanno Scervino, che è solo l’ultimo di una lunga serie di defezioni eccellenti (Missoni, Loro Piana, Zegna, Ferragamo, ecc.). Sembra che la tendenza sia molto negativa… Queste scelte, che sono sempre da guardare con preoccupazione, sono provocate spesso dai costi di gestione troppo elevati, soprattutto se confrontati con i mesi utili alla vendita che si riducono (fino a giugno l’isola si riempie solo nei week-end) e con la clientela che attualmente sceglie Ischia, che ha una limitata propensione a spendere. Oggi, il fitto di un negozio al Corso è intorno ai 3000 euro e i proprietari non hanno ancora compreso che sono cifre improponibili. Per l’immobile che ospitava una banca (poco prima di piazza S. Girolamo) e che è vuoto da anni, si chiedono addirittura 10mila euro. Pensi che si possano individuare fra le ragioni della crisi del turismo alcune che sono peculiari dell’isola, e che si affiancano a quelle della congiuntura mondiale negativa? Sì, e una quota di responsabilità la assegno anche agli imprenditori miei colleghi, perché nel tempo non si è mai cercato di affrontare insieme i problemi, mentre unirsi dà sicuramente maggiori possibilità di uscire dall’isola con un budget sufficiente a promozionare Ischia nel suo complesso, piuttosto che limitarsi a pubblicizzare le singole strutture, ognuno per conto proprio. I commercianti accusano gli albergatori di aver costruito un sistema per cui forniscono ai loro ospiti ogni tipo di servizio all’interno delle strutture (per esempio parrucchiere, centro benessere, negozi, intrattenimento, ristorazione), e di conseguenza i turisti tendono a non uscire e, quindi, a non spendere, impoverendo di fatto l’indotto sul territorio. Sei d’accordo con questa presa di posizione? Se gli albergatori sono costretti a vendere le loro stanze a 25.00 euro al giorno, perché devono adeguarsi alle scelte commerciali delle grandi catene, sono portati poi a guadagnare dalle spese accessorie, non comprese nel costo della camera, inducendo in effetti i clienti a rimanere dentro gli alberghi. D’altra parte, va anche detto che ci sono nicchie di mercato – a onor del vero piccole – alle quali Ischia non offre servizi adeguati: per esempio, non esiste un locale raffinato dove trovare champagne di pregio, per i turisti che arrivano con yachts e barche di prestigio. Che ruolo assegni alla politica nella ricerca della soluzione di problemi così articolati? Importante, io concepisco la politica come impegno a risolvere i problemi. Tendo a calarmi nelle questioni che affronto, a informarmi se non so, ad essere caparbio, a documentarmi a fondo. Voglio fare un esempio: spinto dai ristoratori della Riva Destra, preoccupatissimi per gli allagamenti che hanno colpito quella zona per diversi inverni consecutivi, ho indagato presso il Comune, scoprendo che l’Ufficio Tecnico aveva prodotto una gran mole di documentazione inviata alla Protezione Civile, alla Regione, al Demanio. Ma tutto questo materiale era fermo presso gli Enti superiori: è sempre necessario che ci sia chi segue le cose da vicino. Ugualmente, Ischia avrebbe assolutamente bisogno che la Regione modifichi il regolamento che attribuisce le stelle agli alberghi: i Comuni infatti, senza una nuova legge regionale più rigorosa hanno le armi spuntate. Quindi, pensi che spesso negli alberghi dell’isola non vi sia corrispondenza fra le stelle e i servizi offerti? Sì, e si tratta di concorrenza sleale verso chi vuole rispettare le regole e, quindi, deve mantenere prezzi necessariamente più alti, ma la tendenza generale è l’adeguamento al ribasso, come prezzi e come servizi. La conseguenza ultima è che l’ospite, allettato dalle offerte in internet, sceglie il 4 stelle a prezzo inferiore, salvo poi trovarsi male e decidere di non venire più a Ischia e, di conseguenza, la ricaduta negativa investe l’intera isola, penalizzando anche chi lavora bene. Sei d’accordo con l’idea che nasca un coordinamento isolano che organizzi le attività degli assessorati al turismo dei sei Comuni? Sono convinto che debba nascere un Distretto del Turismo che coordini gli assessori al ramo isolani; potrebbe essere un organo non essere esclusivamente politico, aprendosi anche agli imprenditori. Le sue attività primarie dovrebbero essere la promozione dell’immagine dell’isola e delle sue attività, per esempio le terme, e poi si deve lavorare per migliorare l’accoglienza nei porti. L’immagine di Ischia non deve essere quella di un luogo turistico low-cost, il suo nome non deve essere associato sempre e solo alla parola “offerta” come accade adesso, in internet, per esempio. Ischia ha buoni negozi, ristoranti di alto livello, anche stellati, e dobbiamo comunicare maggiormente le occasioni di fare shopping di qualità che anche noi offriamo. Sei molto attivo nell’organizzazione della squadra di calcio Ischia Isolaverde. Quest’anno hanno ottenuto un buon terzo posto, anche se l’obiettivo deve essere di vincere il torneo, per essere promossi nell’ex serie C1, oggi lega Pro. E’ così, purtroppo siamo stati eliminati anche dai play off, cioè gli spareggi che selezionano altre squadre che accedono alla serie superiore; tuttavia abbiamo ancora delle chances, perché la Federazione ammette alla lega Pro anche in base alla solidità economica ed è richiesta una fideiussione molto elevata che non tutti potranno pagare e quindi, venendo meno altre squadre, l’Ischia potrebbe riuscire comunque ad accedervi. Come si configurerà la dirigenza per la prossima stagione? Che ruolo avrà l’imprenditore Lello Carlino, attualmente presidente onorario e principale sponsor con Carpisa e Yamamay? Carlino sta lavorando per dar vita ad una nuova società, Green Island, di cui faranno parte imprenditori già legati a Ischia, che qui hanno casa o che comunque frequentano l’isola per vacanza e che, forse, essendo ex soci del Calcio Napoli, hanno motivi di rivalsa e voglia di portare al successo un’altra squadra. Green Island acquisirà una parte delle quote della vecchia società – probabilmente il 51% – mentre il resto dovrebbe rilevarlo una cordata di imprenditori ischitani. Ma Green Island comprende anche un progetto per la gestione dei servizi dello stadio e di un centro commerciale che dovrebbe occupare le pertinenze dello stadio stesso. Quella del centro commerciale è una delle opzioni cui si sta pensando, visto che si intende ristrutturare lo stadio Mazzella. In primo luogo, però, il progetto consiste nell’omologarlo in modo che possa accogliere partite di serie superiori, fino alla B, per cui dovrà avere una capienza di 10mila posti, la copertura di tutte le tribune, nuovi servizi, una struttura che consenta di potenziare il vivaio del calcio giovanile, e in questo modo Ischia potrebbe anche proporsi come sede di tornei juniores. Grande attenzione, inoltre, c’è per gli ampi parcheggi intorno al campo: anche nella prospettiva di accrescere le attuali ZTL di Ischia, dovrebbero diventare lo snodo isolano dove far sostare le auto provenienti da altri Comuni, per poi raggiungere il centro con le navette. Come commerciante, cosa rispondi ai tuoi colleghi che sono preoccupati che la nascita di un centro commerciale possa penalizzare le loro attività? L’isola è sempre ostile verso le innovazioni, anche se la situazione economica attuale preoccupa e scontenta molti; paradossalmente, poi, si chiude un occhio quando vengono ad investire figure equivoche. Finora non c’è stato un confronto con la società Green Island, quando accadrà tutti potranno esporre dubbi e perplessità e, comunque, le decisioni si prenderanno confrontandosi con le associazioni di categoria e con la politica. L’idea che sta dietro il progetto che riduttivamente è stato definito “del centro commerciale” è questa: cosa manca a Ischia? Diamoglielo, e può essere un parco giochi per bambini, un parco acquatico, ma anche locali notturni, dato che è una zona relativamente poco popolata e ben fornita di aree di sosta. Nel caso in cui realmente nascesse il centro, potranno naturalmente prendere degli spazi anche i commercianti ischitani? Certo, anzi saranno privilegiati rispetto a chi viene da fuori, come ci si augura che imprenditori ischitani investano nella squadra di calcio.