34/2012
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Silvia Buchner
39 anni, ingegnere, il Sindaco di Serrara Fontana – che Ischiacity incontra dopo il primo anno di mandato – è un uomo tenace, che persegue gli obiettivi e promuove progetti senza cedere, anche se necessitano anni per vedere i risultati; pronto a mediare sì, ma avendo ben chiaro che il suo ruolo deve essere quello di difendere in primo luogo gli interessi più ampi della collettività che rappresenta. Oltre dieci anni di politica attiva, a capo di un gruppo molto collaudato, che ha governato già nelle due precedenti consiliature, a Rosario Caruso è toccato “l’onore e l’onere” di prendere il posto di un Sindaco molto amato, Cesare Mattera. Lui, che nella squadra di Mattera è entrato oltre dieci anni fa, guadagnandosi poi l’investitura a suo successore, si trova oggi a guidare un Comune articolato qual è Serrara Fontana, in cui convivono due realtà economiche molto diverse. Da una parte, il borgo di S. Angelo, che si è sempre presentato in maniera distinta e distante dal resto dell’isola sancendo così la propria fortuna, anche se la crisi è giunta pure lì; dall’altra un esteso territorio collinare e montano, che culmina nella vetta dell’Epomeo, legato alle sue origini e tradizioni contadine ancora autenticamente vive, che meritano di essere valorizzate e devono riuscire a diventare anche un volano economico. La sua Amministrazione si caratterizza per la piena continuità con quella che l’ha preceduta: ciò significa che avete governato per oltre un decennio, se consideriamo anche la sua Sindacatura, e questo costituisce sicuramente un vantaggio quando si vogliono portare a termine progetti che hanno spesso tempi di attuazione molto lunghi. Tuttavia, continuità di governo significa anche responsabilità: dopo 10 anni si deve rendere conto alla cittadinanza. E’ un vantaggio avere un gruppo affiatato di Amministratori, con visioni ed equilibri collaudati: la stragrande maggioranza dei miei colleghi, infatti, come me del resto, sono amministratori uscenti. Certo, è vero che dopo tanti anni alla guida del Comune bisogna rendere conto senza alibi del proprio operato, ma credo che i risultati li abbiamo già mostrati, altrimenti non saremmo stati riconfermati in sostanza per la terza volta. Serrara Fontana ha sostenuto da subito la necessità di superare le tradizionali divisioni che sempre hanno caratterizzato i rapporti fra le Amministrazioni come quelli fra gli imprenditori e da questo Comune vengono segnali interessanti in questa direzione. Partiamo dalla scelta di un gruppo di albergatori santangiolesi di unirsi in consorzio. In cosa consiste? Si tratta di 7-8 albergatori che hanno deciso di mettersi insieme con l’obiettivo di abbattere i costi di acquisto delle merci necessarie alla loro attività e per realizzare la promozione del nostro territorio e dell’isola d’Ischia; hanno inoltre chiesto di avere un’interlocuzione permanente con l’Amministrazione. Interlocuzione può significare anche ricevere da parte dell’imprenditoria richieste e osservazioni che riguardano scelte di governo del paese, considerate non funzionali alle loro attività: come pensate di muovervi in questo caso? Accogliendo le richieste? Per noi non è una novità affrontare i problemi comuni cercando sempre e comunque dei punti di intesa: la novità, in questo caso, è costituita dal fatto che un gruppo di aziende ha deciso di assumere un’identità giuridica, il Consorzio, appunto. Ma la ricerca del confronto con la categoria degli imprenditori è una ‘forma mentis’ che ci è sempre appartenuta: già nella passata Consiliatura avevamo istituito una Consulta del Turismo, cioè un tavolo di confronto che convocavamo a inizio della stagione e comunque quando necessario. A novembre scorso, inoltre, come Amministrazione ho riunito gli imprenditori per chiedere loro di programmare per tempo attività rivolte alla riqualificazione ed alla promozione dell’offerta turistica e in quell’occasione è nata l’idea di creare una forma associativa che comprendesse al suo interno i protagonisti del sistema turistico che agiscono nel nostro territorio, quindi anche il comune di Serrara Fontana. Per arrivare a questo risultato abbiamo incontrato davvero tutti: tassisti, battellieri, carrellisti, albergatori, commercianti, ristoratori. Sono convinto, difatti, che soltanto condividendo informazioni e risorse possiamo riuscire a risollevarci: abbiamo ancora tante potenzialità che, però, non si potranno mai esprimere se lavoriamo ciascuno per conto suo. Questo consorzio fra albergatori lo vede come la prima tappa di un’entità che ai allarghi a comprendere altre realtà? Lo vedo come una possibilità sicuramente interessante, ma continuo ad essere convinto che dentro il consorzio debba esserci anche l’Amministrazione: non perché credo che il Comune debba fare un’azione politica di facciata – fra l’altro quella l’avrei promossa a ridosso delle elezioni, quindi fra quattro anni, non adesso che ci siamo insediati solo da un anno. Credo che stiamo andando – noi con la nostra idea di Consorzio e gli albergatori di S. Angelo con il loro – verso la stessa meta percorrendo due strade parallele, che dobbiamo fare di tutto perché vadano a convergere. Per la natura stessa della categoria degli imprenditori, questi sono portati sì a lavorare per sviluppare il territorio, ma in primo luogo devono pensare alla crescita della propria azienda. Il pubblico, invece, ha fra i suoi compiti di far crescere il territorio e deve rivestire un ruolo di arbitro che possa mediare fra gli interessi delle diverse realtà, imprenditoriali e sociali. Tuttavia, anche S. Angelo – che a lungo si è distinto da altre località dell’isola per mantenere un’atmosfera di luogo esclusivo, dando prestigio a tutta l’isola e giustificando così anche il fatto di rivolgersi a un target di clientela più alto – sembra essere in crisi, sembra aver decisamente perso questa sua peculiarità per omologare la propria immagine a quelle degli altri Comuni dell’isola. Lei è d’accordo con questa lettura e cosa pensa che si possa fare per restituirgli la sua unicità? La crisi economica nazionale ha ripercussioni in tutti i settori e quindi anche in quello del turismo, il numero di quanti possono permettersi una vacanza è sceso e a ciò si aggiungono i problemi interni, per esempio i trasporti, il traffico, la depurazione, e l’appannamento dell’immagine che l’isola registra ormai già da qualche anno. Ora, il calo di presenze a S. Angelo ha una parte delle sue cause in questi fattori esterni, che riguardano l’Italia e l’intera isola, tuttavia sono convinto che se si sceglie di rimanere una località esclusiva e si vuole vendere questa caratteristica bisogna offrire servizi che siano all’altezza, altrimenti credo sia necessario rivedere i prezzi in proporzione al tipo di offerta. L’unicità di S. Angelo risiedeva nel fatto di avere un’area estesa da percorrere solamente a piedi: ebbene, questa peculiarità così importante l’abbiamo persa. Sono convinto che se tutti collaborassero, dai vigili urbani agli albergatori, agli abitanti stessi di S. Angelo, soprattutto nella parte alta potrebbe tornare quella dimensione di tranquillità che costituiva un elemento portante del fascino del borgo. Convincersi di questo e preservare il paese spetta a tutti, solo in questo modo, infatti, potremo salvaguardare un bene che consente alla stragrande maggioranza di noi di lavorare e, quindi, di vivere bene. Anche l’eccesso di carrelli (Ndr. I carrelli sono piccole vetture elettriche utilizzate da alberghi, ristoranti e privati per il trasporto di merci e persone all’interno dello stretto reticolo viario di S. Angelo), oggi sono circa 50, contribuisce a rovinare l’immagine di S. Angelo: proprio per risolvere definitivamente questo problema, come Amministrazione abbiamo spinto moltissimo i carrellisti ad unirsi in cooperativa per riuscire ad ottenere tariffe più convenienti. Purtroppo, l’accordo non è bastato a far convergere gli interessi di chi vive facendo il carrellista e degli operatori che lavorano a S. Angelo e chi ne ha perso è il borgo stesso che adesso risulta troppo affollato di mezzi di trasporto. Ma, resto convinto che dobbiamo unire le nostre forze, mettendoci insieme in modo serio e leale, facendo anche un passo indietro sugli interessi individuali – quando necessario – per recuperare il terreno perduto. Questo suo profondo convincimento l’ha portata, insieme al consigliere che ha la delega al turismo, Irene Iacono, ad aderire subito alla proposta dell’ex Assessore al Turismo di Casamicciola Terme, Riccardo Sepe Visconti, di realizzare un Coordinamento interisolano al turismo che riunisca Amministratori e categorie imprenditoriali, per riuscire ad interloquire in maniera organica e credibile con la Regione Campania. Se Riccardo Sepe Visconti è riuscito ad aprire un canale di rapporto positivo con la regione Campania e l’Assessore al turismo Giuseppe De Mita, per cercare di reperire risorse per progetti che lavorino per migliorare l’immagine e la qualità dell’offerta turistica dell’isola d’Ischia, la sua azione va assolutamente sostenuta, tanto più in quanto nasce nel segno del fare sistema. Sarebbe un grave errore non cogliere quest’occasione: a tutti noi Amministratori fa piacere poterci attribuire la soluzione dei problemi delle nostre comunità, ma quando c’è un’altra persona che si adopera per il medesimo obiettivo, bisogna avere l’onestà e l’umiltà di consentirgli di lavorare. Serrara Fontana accoglie uno dei simboli dell’isola d’Ischia, il monte Epomeo: non pensa che potrebbe costituire, insieme al territorio più vasto che lo circonda, un attrattore per un turismo che, certo, rimarrebbe di nicchia rispetto a quello che sceglie il mare e le terme, ma che costituirebbe un’interessante diversificazione della proposta di vacanze dell’isola? Sono d’accordo, la parte collinare e montana che è in realtà molto ampia e variegata nel mio Comune merita di essere valorizzata, al momento, per esempio, le strutture di accoglienza turistica si trovano solo a S. Angelo e nelle zone circostanti: una delle mie idee è realizzare nella parte alta di Serrara Fontana un ostello della Gioventù che consenta di ospitare un turismo giovane a costi competitivi, contribuendo così a far conoscere anche quelle zone. Inoltre, sono determinato a riparare ai danni fatti in passato all’Eremo, attualmente chiuso dopo la ristrutturazione che doveva trasformarlo in un’attività ricettiva. La chiusura forzata è determinata da contenziosi che sono ancora in corso di risoluzione con privati, proprietari o che hanno in gestione attività poste nella zona della vetta: la situazione è complessa, più volte ho provato la mediazione in prima persona e sono convinto di dover andare avanti per ristabilire una situazione di equilibrio e vantaggio per tutti, i privati ma anche l’Ente pubblico che rappresento, e soprattutto per quanti amano raggiungere ogni anno a piedi la vetta più alta dell’isola e devono poter avere lassù servizi adeguati.