Text: Riccardo Sepe Visconti
Per quanto riguarda il lavoro: “Non dobbiamo creare false aspettative nella gente”(?!…). Furono queste parole, dette da un (possibile) candidato alla poltrona di sindaco, che mi fecero sentire la distanza abissale che separa le mie speranze dalla visione (di piccolo cabotaggio) prodotta da un certo modo di intendere la politica ad Ischia.
In genere, pur interessandomi molto e a fondo di temi politici, provo a non utilizzare lo spazio di questo editoriale per dettare le idee sulle quali vorrei s’incardinasse l’azione amministrativa dell’Isola, ma poiché molti segnali lasciano presagire che siano (irritualmente) imminenti nuove elezioni per scegliere il primo cittadino di Ischia, immagino che potrebbe essere di una qualche utilità fissare un breve promemoria a beneficio dei futuri candidati e, soprattutto, ad uso degli elettori.
In realtà, la riflessione cardine sulla quale costruisco le mie idee è molto semplice, apparentemente banale, e posso riassumerla in una breve equazione: “Ischia vive esclusivamente di economia dell’accoglienza, la quale passa per gli alberghi – che bisogna riempire secondo parametri di quantità ma anche di qualità; gli alberghi che lavorano bene assicurano occupazione (diretta e indiretta) a moltissimi isolani e garantiscono il commercio. Ergo, la sola azione politica efficace (e necessaria) è garantire il buon funzionamento del sistema turistico: tutto il resto sono chiacchiere”.
Per poter rendere chiaro il mio pensiero (e capire dove voglio arrivare), basti pensare che nel 1987 (dati desunti da un catalogo dell’ENIT) l’albergo di una grande catena, vendeva al più basso costo, una camera in mezza pensione a lire 140.000 al giorno, che attualizzate corrisponderebbero a euro 165,00 mentre, a giudicare dalle offerte che quello stesso albergo propone sul suo sito, oggi, in bassa stagione, la stessa stanza costerebbe euro 51,00 (al giorno e, tra l’altro, a pensione completa!). Ecco, che si comprende chiaramente il nostro stato di crisi: a saldi sostanzialmente invariati di presenze, i margini di guadagno si sono inabissati a fronte di un vertiginoso aumento dei costi: questo ha prodotto un diffuso e massiccio impoverimento.
Ecco allora che più che di convegni (che illustrano improbabili statistiche, fumose celebrazioni di Distretti turistici o fantasiose liste di desideri pre-elettorali), credo che nell’Isola si avverta – forte! – il bisogno del varo di un solido e ben articolato progetto di rilancio turistico unitario. Impossibile da assemblare se non si mettono insieme realtà ed esigenze che sono quelle legate al mondo dell’ospitalità (settore alberghiero e termale) e del commercio (negozi, ristorazione, spiagge, etc). In questo contesto appare come una evidente opportunità da cogliere per tutta l’Isola l’imminente cambio di vertice al municipio del Comune capoluogo: è indubbio che il comune di Ischia Città irradia la propria leadership in tutta l’isola e che è da via Iasolino che partono le iniziative più incisive per l’intero territorio. È pur vero che il “vecchio sindaco uscente” ha dimostrato (fin dall’inizio di questo suo secondo mandato) un forte calo di tensione (e di attenzione) verso la soluzione dei problemi dei cittadini, e tutto ciò determina il grave stato di impasse economico che è sotto gli occhi di tutti. Nessuno, e quando dico nessuno intendo proprio nessuno, dei maggiori problemi che danneggiano la nostra quotidianità è stato risolto e, spesso, neppure affrontato: dai trasporti marittimi a quelli terrestri, dal traffico alla gestione delle ZTL, alla sicurezza stradale (compresa l’annosa questione della illuminazione sulla sopraelevata a percorribilità veloce), per non dire della riorganizzazione del commercio, del mercato, del ripascimento degli arenili, dell’allagamento di Ischia Ponte, della gestione fognaria, del rischio idrogeologico, della manutenzione degli spazi pubblici (porto, ormeggi, area d’imbarco, zone di sosta taxi, strisce blu, piste ciclabili, aree riservate ai motocicli, pinete, piscina comunale, aree sportive, spiagge libere, scogliere frangiflutti, biblioteca, monumenti, etc) e, infine la brutta e triste pagina legata agli edifici scolastici (inadeguati e insufficienti, nel migliore dei casi!…). A tutto ciò si aggiunge la precarietà dell’Ospedale, del Tribunale e dell’Eliporto. Difficile pensare che Ischia possa vivere un momento peggiore. E per porre rimedio a questo desolante stato involutivo occorre prima di tutto GARANTIRE IL LAVORO alle famiglie degli isolani. E’ necessario, quindi, concertare un’azione di rilancio dell’economia dell’ospitalità che preveda: forte coesione tra gli imprenditori, azione congiunta dell’Amministrazione e dell’impresa locale, coordinamento su tutto il territorio delle politiche legate ai temi dell’accoglienza, migliore rappresentanza in terraferma delle nostre istanze politiche, fusione della programmazione dei flussi con quella commerciale (accorpamento della delega assessorile al turismo a quella delle attività produttive), pianificazione e marketing turistico (allo stato attuale del tutto assente), riorganizzazione (dove esistono) dei servizi da offrire ai visitatori e miglioramento delle strutture ed infrastrutture (con tutto ciò che DAVVERO comporta quest’impresa). Infine, riorganizzazione dell’offerta turistica in funzione di tutto l’anno e non di soli 7 mesi (la gente ha bisogno di lavorare sempre e non solo durante la bella stagione) e, per concludere, controlli di qualità sul territorio a garanzia di chi sceglie l’isola e della sua immagine.
Questo è il solo programma che m’interesserebbe ascoltare da un candidato (serio) poltrona di Primo cittadino.