Friday, November 22, 2024

È molto evidente – specie agli occhi di chi si occupa di amministrazione territoriale – che in questa fase storica non è pensabile di riuscire a programmare grandi progetti di trasformazione prescindendo dagli aiuti provenienti dall’UE. Naturalmente, gli interventi fissati a Bruxelles passano per il coordinamento delle singole Regioni che erogano il loro contributo fissando un rapporto di efficienza tra somme assegnate e quantità di popolazione interessata dai finanziamenti. L’isola d’Ischia, che con i suoi 3,5 milioni di presenze circa è la principale stazione turistica della Campania (e quindi il più forte contributore in termini di PIL per il settore turistico – circa il 20% dell’intero bilancio regionale), è tuttavia un territorio che accoglie solo 60mila abitanti e, quindi, non è in grado (fatto salvo l’indotto) di produrre significativi benefici in termini di aumento dell’occupazione – considerato che il tasso di disoccupazione in Campania è del 20% circa (rispetto a una media nazionale intorno al 12%). Tutto ciò mortifica le pur giuste aspettative di Ischia in relazione agli interventi regionali, mentre legittima l’interesse della Regione ad investire in territori estesi dove i vantaggi, per una fetta assai più ampia di popolazione, appaiono evidenti.

In questo contesto – partendo dalla drammatica deindustrializzazione che ha creato nell’area flegrea consistenti sacche di depressione economica – grazie ad un’eccellente progettazione di riconversione al turismo avviata con forza dal sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, il governatore Vincenzo De Luca ha raccolto le istanze pervenutegli anche da altre amministrazioni e le ha integrate in un suo piano strategico di rilancio economico della costa che, partendo da Baia Domizia, lungo il litorale omonimo, e passando per i Campi Flegrei, arriva fino a Bagnoli. Questo progetto il presidente De Luca l’ha battezzato “la Romagna del Sud” – alludendo in modo efficace alle ottime performance di ospitalità (con tutte le conseguenti innegabili ricadute economiche) che si registrano lungo i 90 chilometri della riviera Romagnola, una delle zone a più alto “tasso turistico” d’Europa – e si propone di fare in modo che l’intero comprensorio si dedichi all’industria dell’ospitalità, intervenendo con grandi modifiche infrastrutturali che permettano di cambiare identità all’economia locale. Naturalmente se da un lato occorreranno diversi anni affinché tutto questo possa essere realizzato, è pur vero che nel frattempo alcune amministrazioni – Pozzuoli in testa – si sono mosse, efficacemente e con tempestività, per essere in prima fila in questo processo di cambiamento. Osservare da vicino un tale impegno, la qualità della progettazione e le enormi quantità di energie impiegate per rendere queste idee fatti concreti, mi hanno spinto a voler dedicare una parte consistente di Ischiacity a questi temi.

La mia opinione è che Ischia farebbe molto bene a sedersi ad un tavolo di concertazione in Regione per offrire la propria collaborazione alla sviluppo di questo progetto. L’isola ha dalla sua una collaudata e fortissima tradizione di ospitalità (con il necessario know how a corredo) e soprattutto ha costruito, in anni di assidua promozione, una solida e diffusa reputazione per il proprio brand che le frutta innegabili vantaggi in tema di competitività sotto il profilo di marketing destination (si veda il grafico a pag. 95). Possiede, inoltre, 40mila posti letto che possono essere messi a sistema con un’area omogenea e contigua assai più vasta, che altrimenti non saprebbe dove far pernottare i propri visitatori. Personalmente, inoltre, penso che ci sia molta più affinità sinergica – e quindi complementarità – tra l’area Flegrea ed Ischia, piuttosto che tra Pozzuoli e Napoli o tra Ischia e Sorrento (che trovo assai più conflittuali e concorrenti tra loro, avendo tipologie di offerta turistica simili). Ed è proprio attraverso queste riflessioni che in redazione abbiamo costruito l’inserto dedicato a Pozzuoli, convinti di destare l’interesse di chi ci legge verso questo immenso laboratorio di progettualità industriale, in grado di offrire grandi opportunità a tutti coloro che avranno l’intelligenza e la prontezza di saperle cogliere.