text_ Mario Rispoli
Lunghezza e tempo
Nel nostro Mezzogiorno accadono cose strane. Se hai bisogno di un’informazione e chiedi la distanza per raggiungere una località, spesso la risposta non è in lunghezza ma in tempo. Non ti viene risposto quanti chilometri o metri sono necessari a raggiungere la meta, ma il tempo che occorre per arrivarci: “due ore, un’ora, 5 minuti”. Quando poi si tratta di una località difficile da raggiungere, non tanto per la distanza ma per la difficoltà dei trasporti, la risposta è: “una vita”. Sarà la gentilezza e il calore delle nostre popolazioni, nonostante navigatori satellitari, tom-tom e GPS ormai di serie su smartphone e auto, si è preferito sostituire l’unità di misura del tempo a quella della lunghezza.
Turismo e investimenti
Parliamo di investimenti in sviluppo delle aree depresse del nostro Paese, delle Regioni dell’Obiettivo 1, ora Regioni Convergenza. Le regioni, per intenderci, cui è destinata la quota maggiore di finanziamento europeo necessario ad allinearle alle aree più ricche dell’Ue, portandole allo stesso livello di sviluppo, le stesse, pensando a quelle italiane, dove è difficile intravedere altra forma di sviluppo che non sia quello turistico. Turismo cui tutti governi, non escluso quello a guida Renzi, vorrebbero puntare.
Da anni, vengono ripetute le medesime frasi: se non si sviluppa il Sud non si sviluppa l’Italia. Dalla politica di sostegno della Cassa per il Mezzogiorno, organo del Ministero per il Mezzogiorno, soppresso da Referendum popolare, si è passati alla politica di Coesione Economica e Sociale dell’Ue, in cui le risorse per lo sviluppo del nostro Sud, e in generale del “Sud dell’Europa” sono erogate attraverso i Fondi Strutturali dell’Unione europea in cofinanziamento con risorse nazionali. Il Sud, dunque, volano di sviluppo del Paese e giù con programmazione e misure operative finalizzate ad agevolare gli investimenti, che utilizzano acronimi diversi ma sempre con lo stesso significato: POP, PON, POR, PIF, PIT, POIN e tanti altri.
Mezzogiorno e sviluppo turistico
Per ragionare di turismo nel Mezzogiorno d’Italia sono necessarie alcune considerazioni riguardanti la performance turistica nell’intero Paese e nel nostro Sud. Sul totale di 380 milioni di presenze turistiche in Italia solo il 20% (76 milioni) vengono registrate nelle località meridionali. Le cose peggiorano se si considerano le presenze straniere che, su 76 milioni raggiungono circa 20 milioni e rappresentano solo il 13% dei 160 milioni dell’intera nazione.
In termini economici il Mezzogiorno incassa circa 4 miliardi di euro dei 32 spesi in Italia dai turisti stranieri. Il Lazio, la Lombardia e il Veneto, singolarmente, fatturano più dell’intero Mezzogiorno, infatti ciascuna supera i 5 miliardi di euro. Tutto questo a fronte di un’estensione delle coste che copre i tre quarti delle coste del Paese, di una grandissima quantità di bellezze storico architettoniche, di un clima decisamente migliore. La Campania nel Mezzogiorno gioca comunque un ruolo rilevante, fatturando circa 1.5 miliardi seguita dalla Sicilia che ne fattura poco più di un miliardo. Analizzando gli ambiti provinciali il discorso non cambia: Napoli con 9 milioni di presenze è surclassata da Venezia (33,5 milioni), Roma (circa 26 milioni) e Milano (11 milioni).
A questo punto sorge spontaneo chiedersi come mai avviene questo nonostante le fortissime iniezioni di risorse economiche da parte dell’Ue. Forse è il caso di ritornare alle distanze espresse in tempo. Potrebbe far sorridere ma è così. L’alta velocità, vera rivoluzione dei trasporti italiani negli ultimi 15 anni termina a Napoli. Per raggiungere Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia è inutile parlare di distanze: meglio parlare di tempo. E i tempi sono veramente lunghi. Di conseguenza, le località turistiche che si trovano a sud di Napoli diventano improponibili ad un pubblico abituato ad un mercato della vacanza dove si viaggia comodi e si raggiungono le destinazioni in tempi brevi. Bastano poche ore per arrivare dalle metropoli europee a Ibiza, Formetera, Creta, Santorini e tante altre mete. Forse sui trasporti bisognerebbe far convergere maggiori risorse europee per evitare di impiegare “una vita” per raggiungere il nostro SUD, sempre più povero, e forse “più di una vita” per raggiungere l’Obiettivo Convergenza indicato dagli accordi di Maastricht.