Friday, November 22, 2024

LA REGINA DELLE TRATTORIE PER ASSAGGIARE L’AUTENTICA CUCINA ISCHITANA, IN PRIMO LUOGO IL CONIGLIO ALLA CACCIATORA CON I SUOI BUCATINI, IN UNA LOCALITA’ DAI MAGNIFICI PANORAMI.

Per lasciarsi trasportare in un’atmosfera di altri tempi, cordiale, tranquilla, fatta di sapori che sono la storia dell’isola, niente di meglio che decidere di affrontare quei chilometri (si coprono in un tempo assolutamente ragionevole) che separano i centri sulla costa da Serrara Fontana. Già lungo la strada l’atmosfera cambia, l’aria diventa più fresca, perché si sale un po’, i panorami a volo d’uccello del versante sud sono bellissimi, i piccoli borghi incantevoli nella loro atmosfera addormentata. Fino a raggiungere la deviazione per la località Pantano, a Serrara Fontana. Da qui, con una strada facile da percorrere, si arriva in pochi minuti al Bracconiere, poco distante dalla zona dei Frassitelli: trattoria, in tutta la positività di questa accezione, gestita dalla famiglia Di Meglio. Oggi le redini sono saldamente nelle mani di Michele e Francesca, fratello e sorella, coadiuvati da uno staff professionale e affiatato che comprende altri componenti di questa bella famiglia, ma il locale nasce nei primi anni ’70, per un’intuizione del padre Leonardo, che lo aprì insieme al figlio maggiore Salvatore, appassionati di caccia (da qui il nome del locale) e innamorati dell’isola in cui sono cresciuti. Adesso non ci sono più, ma il loro Bracconiere è profondamente radicato sul territorio: da tutta l’isola si viene quassù per assaggiare l’ottimo coniglio alla cacciatora (il piatto che non manca mai sulle tavole dei veri ischitani), al centro di un menù ricco, dalle porzioni generose, da scoprire trascorrendo qualche ora che sicuramente non si dimenticherà. In primo luogo per il magnifico colpo d’occhio che si gode una volta giunti al ristorante: dagli scogli della baia di Citara fino al promontorio di Sorgeto, in mezzo l’imponente punta Imperatore e le tante insenature che disegnano la costa nella zona di Panza, che si stenderà ai vostri piedi come un tappeto. Sull’orizzonte, proprio dove cala il sole, le isole Pontine, mentre dall’altro lato, verso est, troneggia Capri. Divertitevi a individuarle, prima di raggiungere la sala (ma vi è anche una veranda esterna), arredata con genuinità e cura, le tavole in legno splendono, le pareti sono affollate di attrezzi contadini e oggetti del passato che non si potrà fare a meno di guardare. Fino all’arrivo degli antipasti – un vero trionfo – imperniati sulla ricchezza dell’orto e sull’abilità di chi ha appreso a cucinare dalla mamma e dalla nonna. In diversi piatti vengono serviti la caponata con pomodori e peperoncini verdi, peperoni imbottiti, fagioli e scarola, fave e pancetta, parmigiana, zucchine trifolate, involtini di melanzane e provola, salumi, rustici (squisito quello farcito ai friarielli), e poi la pasta e patate presentata all’interno di una croccante pagnotta di pane cafone privata della mollica. Fra i primi, assolutamente da non perdere il coniglio all’ischitana, preceduto dai bucatini conditi con il suo sugo. Michele Di Meglio spiega che lo cucinano come si fa sul versante est dell’isola con aglio, cipolla, basilico, prezzemolo, pomodorini e un po’ di vino. Il risultato è un profumatissimo intingolo che avvolge la pasta di sapore, mentre le carni dell’animale risultano tenere e piene di gusto; lo accompagnano dorate patatine fritte, davvero perfette. In alternativa, come primo le pappardelle alla Pecoraio con pesto di fave, porcini e pancetta, o quelle al ragù di cinghiale, entrambi omaggio ad una rustica cucina di terra, e come secondo la classica grigliata mista. Il consiglio è di assaggiare i dolci, tutte preparazioni fresche: dal variegato al cioccolato, con cioccolato fuso al rum, alle morbide cheesecake, al cocco e cioccolato bianco e allo zabaione e nutella. Per accompagnare i piatti sia vino sfuso che delle migliori cantine ischitane, tra le quali svetta, immancabile, il rosso Tommasone.