n.10/2006
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Anna Schiano
Perché il corallo è tanto prezioso? Perché nell’immaginario della donna possedere un monile di corallo, che altro non è se carbonato di calcio, significa essere in possesso di uno status symbol?
Perché associamo a questi rametti lavorati un valore così grande? La risposta è superflua. In tutte le latitudini del globo non è servito a nulla chiederselo. Perché già quando più di 8000 anni fa nel Neolitico, l’uomo sapiens lo ha scoperto immergendosi nelle acque anatoliche del Mediterraneo è rimasto basito dinanzi allo splendore dei suoi lunghi e splendenti bracci sottomarini. Ed evidentemente non è un caso che la mitologia greca abbia fatto fiorire la favolosa leggenda secondo la quale il corallo si è generato dal sangue della testa recisa di Medusa, affidando a questo ornamento poteri curativi e scaramantici, che il Cristianesimo ha tradotto nel simbolo del sangue di Cristo. Con il Rinascimento si richiedono capolavori agli artigiani per committenti di altissimo rango come principi, cardinali, papi. Insomma da sempre, dagli albori della civiltà moderna ad oggi, i nostri occhi si illuminano quando ammirano il rosso brillante di questi gioielli. Lo sanno bene i membri della famiglia Di Matteo, da sei anni conosciuti nella nostra isola per i loro pezzi unici, plasmati dalle sapienti mani degli artigiani di Torre del Greco, patria indiscussa e capitale internazionale del corallo. Gli atelier sono ospitati a Lacco Ameno, a S. Angelo e da un anno anche a Ischia Ponte e sono da considerarsi figli della tradizione e della fantasia creativa della famiglia di Luca e Nicola Di Matteo e Catello Raiola, che rappresentano la prima generazione di imprenditori e artigiani insieme.
Il nome ‘La Corallina’ nasce dal tipo di imbarcazione che negli anni addietro, prima del divieto di pesca a strascico, usciva per il mare partenopeo e portava sulla terraferma i preziosi ramoscelli del polipo corallifero, dal vivo colore vermiglio, destinato a trasformarsi in opera d’arte grazie al tocco di operai specializzati, alcuni nella selezione delle materie prime, altri nel taglio ad ovale o a goccia, altri ancora perfezionatisi nella difficile tecnica dell’incisione ed altri, infine, orafi, cui spetta il compito di incorniciare il manufatto intorno a metalli preziosi.
I tre rampolli di questa nuova era hanno saputo indagare e indovinare i gusti degli acquirenti, interrogando le richieste del mercato e unendo alla conoscenza di questo antico mestiere, la dinamicità del nuovo millennio. L’idea vincente è quella di non offrire al cliente le marche standardizzate delle multinazionali, ma il frutto unico del manufatto artigianale, emblema della forte identità dei suoi ideatori e genitori.
Luca, Nicola e Catello hanno saputo ribaltare lo stereotipo secondo il quale i gioielli in corallo sono un’esclusiva del collo di blasonate signore. Infatti, a ‘La Corallina’ la materia prima è lavorata e pensata per accontentare le teen ager più sportive con ciondoli, orecchini e bracciali in corallo sposato all’argento, ma anche le signore che vogliono, attraverso lunghi fili rossi, esibire la propria eleganza e personalità.
I preziosi ramoscelli vengono importati da mari esotici: dal Giappone quelli dal colore salmonato o rosa, neri quelli delle acque cubane, mentre da Sciacca in Sicilia provengono i rari aranciati e dal Mediterraneo quelli rossi, i più prestigiosi tra tutti.
I rifornimenti passano attraverso il contatto con sub specializzati nell’attenta raccolta delle materie senza distruggere la struttura principale del polipo o il banco su cui poggiano e vivono innumerevoli altre forme di vita. Segue la scelta e poi la lavorazione secondo i dettami della modellistica pensata dai tre imprenditori, esperti anche nella lavorazione manuale. Quest’anno la novità è rappresentata dagli accessori, caftani e borse impreziositi da decorazioni in corallo e turchesi, anche se il fiore all’occhiello di quest’azienda è costituito dagli ornamenti in corallo e dai cammei su conchiglia.