Friday, November 22, 2024

n.03/2005

Photo: Riccardo Sepe Visconti
Text: Marialuisa Mattera

 

Che differenza c´è tra svolgere un lavoro e inseguire una passione? Mi sono spesso posta, come tanti, questa domanda ma il mio incontro con Marco Bottiglieri si è rivelato risolutivo. Dalla nostra chiacchierata è infatti emerso che non è nella semplice “vendita” che si risolve la sua attività e il piacere di svolgerla. Marco, come del resto sua moglie Angela, si interessa di ricercare il bello sia nei gioielli sia, da poco, nei complementi di arredo. Questa sua ricerca lo ha portato spesso a viaggiare, conoscere persone di fascino e scoprire infine che in fiere come quelle di Basilea e Ginevra, lontane e ricche di proposte internazionali, le aziende su cui scommettere sono ancora una volta quelle italiane. Ma dove ha avuto origine questa passione?…

M.: I Bottiglieri hanno una lunga tradizione nel campo della gioielleria?
B.: Sì, sappiamo che un mio bisnonno andò in America nel 1918, era un corallaro di Torre del Greco che aprì una gioielleria a New York, nella Fifth Avenue. Le notizie arrivano fino al 1930, quando fu ucciso in una rapina nel suo negozio e gli avvocati e forse la malavita locale si impadronirono dei suoi beni. L´attività nel campo dei gioielli la riprese sua nipote, cioè mia madre, che aprì insieme a mio padre un negozio a Forio nel 1962. Anche i miei zii hanno gioiellerie a Napoli e Viareggio.
M.: Lei ha sempre lavorato sull´isola?
B.: Sì, ho iniziato nel negozio di Forio nel 1983 e dopo pochi anni ne ho aperto uno a Ischia; un terzo è a S. Angelo, gestito da mia sorella.
M.: La clientela è cambiata in questi decenni?
B.: Sì, la clientela turistica, sia straniera che italiana, è diversa, oggi è più preparata e quindi più esigente.
M.: Anche il gusto è mutato?
B.: Prima era più tradizionale, classico, identificabile nel gioiello in oro, pietre preziose o perle; oggi si richiedono piuttosto gioielli che esprimano fantasia, che abbiano un alto valore aggiunto in design che significa originalità e parallelamente è andata quindi mutando la proposta delle case produttrici.
M.: Ciò a parità di valore economico dell´oggetto?
B.: Solo fino a un certo punto, infatti in realtà oggi si dà molto meno importanza al valore intrinseco del gioiello rispetto al fatto che incontri il gusto, che sia particolare. Questa è la filosofia di aziende come Pianegonda e Calgaro che hanno rivoluzionato il settore, con gioielli nei quali conta assai di più l´idea nuova che il valore in sé dei materiali con cui il monile è fatto: si tratta di un cambiamento di mentalità a livello direi mondiale. Ciò è stato molto importante per noi gioiellieri perché ha rimesso in moto un mercato che era fermo, infatti il gioiello classico ai giovani non interessava più e con questi nuovi prodotti si è coinvolta una fetta di clientela che era stata persa.
M.: Il design italiano è sempre ai vertici?
B.: Sì, le aziende più importanti sono italiane, della zona di Vicenza anche se adesso al sud abbiamo il Tarì di Marcianise, che però è importante più come centro di servizi che per la qualità delle proposte.
M.: Com´è la clientela locale, ischitana?
B.: Potrebbe apparire strano perché l´isola ha comunque delle dimensioni limitate ma noi notiamo una differenza nelle scelte della clientela da comune a comune: per esempio in genere Ischia anticipa quelle che saranno le tendenze e ancora, nel negozio di S. Angelo, dove comunque la clientela è per il 90% fatta da turisti, si vendono gioielli più estrosi, originali.
M.: Parliamo del suo ruolo come commerciante attivo nella realtà ischitano in qualità di vicepresidente dell´ASCOM.
B.: Da sempre la realtà commerciale ischitana è un universo ricco di iniziativa, purtroppo non compatte dinanzi alle sfide e alle esigenze mutevoli dei mercati. Ed è in tal senso che un gruppo di giovani commercianti ma già ricchi di esperienze associative ha deciso di ricompattarsi per dare un nuovo slancio ed energie alle ataviche difficoltà dei vari comparti.
M.: Come sono i rapporti con i vostri interlocutori “istituzionali”?
B.: Ci siamo chiesti più volte chi sono i nostri referenti politici ma salvo che per le cariche ufficiali non abbiamo ad oggi trovato risposte ufficiali ai tanti problemi posti sul tavolo.
M.: Cosa vorreste dalle istituzioni?
B.: Una maggiore assunzione di responsabilità nel rispetto dei propri ruoli e l´opportunità di trovare risposte concrete ai problemi correnti.
M.: Pensa che riuscirete a mettere d´accordo le esigenze di tante categorie commerciali diverse?
B.: È un evidente nostro obiettivo che può trovare concretizzazione solo con uno sforzo comune e un forte buon senso da parte dei singoli che consenta di superare gli interessi di parte.
M.: Torniamo al suo lavoro di gioielliere: qual è la politica che seguite nello scegliere i prodotti?
B.: Partecipiamo a tutte le fiere, anche all´estero, e siamo in pochi a farlo dal sud Italia, e quindi per alcune aziende siamo diventati un punto di riferimento: abbiamo scelto di diventare anche i distributori per il sud Italia di Calgaro, un´azienda vicentina specializzata in una peculiare lavorazione dei metalli preziosi che conferisce loro l´aspetto e la duttilità di un vero tessuto. Il nostro costante obiettivo è di avere nei negozi i marchi più rappresentativi, compatibilmente con il fatto che le aziende più importanti non hanno interesse a stare sul mercato ischitano, è il caso di Bulgari, Cartier, Pomellato. Uno dei problemi è che a Ischia ci sono tanti bei negozi di abbigliamento plurimarche dove sono rappresentate tutte le griffe più prestigiose, mentre lo stesso non si può dire per il nostro settore; altro elemento di cui tener conto è che qui non esiste il monomarca, neppure nell´abbigliamento, il che contribuirebbe a rendere l´offerta qualitativamente più alta.
M.: Essere il proprietario di una gioielleria le ha consentito di conoscere personaggi famosi?
B.: Sì, in primo luogo durante le manifestazioni che teniamo in estate e che riscuotono un notevole successo sia fra gli ospiti che fra le aziende presenti nei nostri negozi: abbiamo cominciato nel 2002, festeggiando i primi quaranta anni della nostra attività. In quell´occasione l´Eberhard produsse espressamente per noi una serie numerata del suo modello più importante, il Chrono 4, e la presentammo a Ischia, fra gli ospiti ci fu il regista Leonardo Pieraccioni; sempre per iniziative in accordo con la Eberhard abbiamo avuto con noi i calciatori Taglialatela, Ferrara, Cannavaro; per i nuovi modelli Sector è venuto il recordman Pellizzari. Barbara Chiappini è stata invece la madrina del lancio dei gioielli in tessuto di Calgaro. Diverse volte è venuto in negozio l´attore Massimo Ghini, che ama molto Ischia.
M.: Parliamo del nuovo settore cui vi siete affacciati con il negozio di oggettistica di pregio per la casa aperto da pochissimo.
B.: Avevamo già articoli del genere nella gioielleria ma con un punto vendita dedicato possiamo valorizzarli molto meglio, offrendo la possibilità di scegliere in un´ampia gamma, dalle cose più piccole a quelle più impegnative. Ne è nato un negozio nuovo per Ischia, in cui presentiamo, riuniti in uno spazio accogliente e di atmosfera, mobili e arredi d´epoca, scelti con molto gusto grazie alla collaborazione con “Pajette” di Forio, e oggettistica da regalo moderna, ma pure ispirata a modelli inglesi degli inizi ´900, anche se in questo caso, come per il gioiello, la scelta cade sempre su pezzi originali, che esprimano creatività, più che sull´argenteria classica.