Thursday, November 21, 2024

SICUREZZA STRADALE: COSA SUCCEDE A ISCHIA

Sicurezza stradale Ischia
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text_Silvia Buchner

E’ un fenomeno che accomuna città grandi e piccoli centri di provincia come il nostro dove, almeno apparentemente, dovrebbe essere più sicuro muoversi: parliamo degli incidenti stradali, che ci annichiliscono se lasciano morti sull’asfalto, come è accaduto ad Ischia poche settimane fa, quando la 14enne Marianna Di Meglio è stata falciata nel tardo pomeriggio di un sabato, in un momento di massima presenza di persone e veicoli. Il giovane che l’ha uccisa andava al lavoro a poche centinaia di metri dal luogo dell’incidente, era in ritardo, sicuramente correva come non avrebbe dovuto in una zona trafficatissima, ha sorpassato quando non avrebbe dovuto, e l’ha travolta: lei attraversava sulle strisce pedonali, per quanto quasi completamente cancellate dall’usura. Sugli scarsi due chilometri di strada che collegano il centro di Ischia con il borgo di Ponte – uno dei tratti a maggior densità di traffico dell’isola – a mezzo chilometro da dove è morta Marianna, negli ultimi anni sono state uccise almeno altre due persone, sempre sulle strisce pedonali o in prossimità di esse e nel 2014, che è l’anno per il quale abbiamo i dati forniti dalla compagnia dei Carabinieri di Ischia, nell’intera isola sono morte 4 persone. L’isola d’Ischia ha un parco veicoli davvero imponente: secondo i dati del Pra (Pubblico Registro Automobilistico) nel 2011 erano immatricolati circa 60mila fra auto (oltre 36mila), motocicli (oltre 19mila), veicoli commerciali, ecc., con una media quindi di almeno un mezzo di trasporto per abitante (in realtà di più, tenuto conto che nei 63mila residenti nell’isola ci sono minorenni e persone che non guidano). Siamo sicuramente fra le prime località d’Italia per affollamento delle strade: facendo un confronto con altre città italiane con analogo numero di abitanti, infatti, emerge una media di auto per abitanti decisamente inferiore, per esempio ad Afragola (65mila abitanti) ci sono 521 auto ogni 1000 abitanti, a Carrara (64mila abitanti) 584, a Caltanissetta (63mila abitanti) 652. Va anche detto che negli ultimi 12-13 anni il numero di incidenti stradali in Italia (e ugualmente nel resto dell’UE) è decisamente calato: tra il 2001 e il 2012, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati, infatti, da 263.100 a 186.726, con un calo complessivo del 29%, i morti sono passati da 7.096 a 3.653 (-48,5%). Esistono due parametri riconosciuti
adoperati per calcolare i morti dovuti a incidenti stradali che vengono impiegati come metro un confronto anche con altri Paesi. Il primo è il rapporto fra residenti e incidenti mortali: in Italia nel 2012 sono decedute per incidenti stradali 60 persone ogni milione di abitanti. Proiettando questo dato nazionale a livello ischitano, l’indicatore risulta 3,6, quindi un po’ inferiore al dato reale di 4 morti su poco più di 60mila abitanti, appunto, registrato nel 2014. Altro criterio interessante è quello del numero di incidenti mortali in rapporto ai veicoli circolanti, perché esso consente di sapere ogni quanti veicoli che vediamo per strada si verifica un incidente. Maggiore sarà il numero di auto per incidente, più sicuro sarà il traffico nella zona considerata; viceversa, minore è il numero di autovetture per incidente, maggiore è stata l’incidenza di sinistri mortali. Ebbene, per l’anno 2014 essendosi verificati a Ischia 4 morti, l’incidenza è di un evento mortale ogni 15mila mezzi circolanti. Per fare un confronto, nella provincia di Roma (dati del 2012) c’è stato un incidente mortale ogni 26.663 veicoli, a Napoli 1 ogni 37.900, quindi con un rapporto ben migliore di quello che registriamo a Ischia.
Abbiamo incontrato il capitano Andrea Centrella, comandante dei Carabinieri nell’isola da poco meno di un anno – il quale da subito è stato de- terminato a intervenire in maniera incisiva sul territorio in ciascuno degli ambiti che gli competono – per affrontare con lui questo che costituisce un problema serio, fra i tanti che l’isola d’Ischia ha. L’impressione che abbiamo, infatti, da cittadini che percorrono le sue strade, è che a fronte di una presenza costante di Carabinieri e Polizia, anche con interventi mirati proprio a ridurre i rischi legati alla guida, sia, invece, scarsa l’attenzione delle amministrazioni locali al problema. Eppure, queste ultime hanno competenze importanti nella sicurezza stradale: oltre ad avere un corpo di vigili, è nella loro responsabilità per esempio la cura del manto stradale e, soprattutto, della segnaletica, che, però, è realizzata a macchia di leopardo fra un Comune e l’altro (e non si può non domandarsi perché neppure all’indomani dell’ultimo incidente la segnaletica sull’asfalto quasi del tutto cancellata non sia stata ripristinata).

Comandante Centrella, quali sono i dati relativi al 2014 e alla prima metà del 2015 sul fronte degli incidenti stradali?
Per quanto concerne l’attività di soccorso attuata dall’Arma dei Carabinieri, nel 2014 sono stati rilevati 74 incidenti, con 4 morti. Fra gennaio e maggio 2015 abbiamo registrato 22 incidenti di cui uno purtroppo mortale (rilevato dalla Polizia di Stato).

Quindi, se facciamo una proiezione sull’intero anno, è probabile che alla fine del 2015 rispetto ai precedenti 12 mesi potremo registrare un calo di incidenti stradali?
Sì, è possibile, anche se l’estate è un momento delicato su questo fronte a causa del forte affollamento che si raggiunge nell’isola; comunque i dati dei primi 5 mesi del 2015 mi fanno sperare che arriveremo per dicembre a circa 60 incidenti, con un calo del 15%, e sarebbe un buon risultato.
E’ possibile raggiungere la condizione di “incidenti zero”?                                                     Far sì che si tenda allo zero è l’obiettivo di tutti – nostro, della Polizia, dei Vigili Urbani, delle Amministrazioni Comunali in generale – ma penso che “zero incidenti” possa essere solo un proclama ideale, difficilmente attuabile. Il mancato rispetto delle norme basilari del codice della strada è un fenomeno non facilmente rilevabile e controlli e sanzioni sono un deterrente sulle
condotte di media gravità, non su quelle più gravi. Mi spiego meglio: controlli preventivi con le relative sanzioni, educazione, segnaletica stradale, autovelox sono fondamentali, ma esiste un fattore casualità che va considerato, e più controlli non eliminano la possibilità che qualcosa possa andare storto. Sicuramente, però, ne diminuiscono la probabilità e, quindi, riducono il numero di eventi negativi e, del resto, questo è lo scopo dei controlli stessi.

Dove vede la soluzione o quanto meno il ridimensionamento del problema?
Oltre che nei controlli, principalmente nell’educazione, da iniziare prestissimo, nelle famiglie e a scuola: consideriamo che uno scolaro di 6 anni da qui a 12 anni (e anche meno) avrà una patente e un’auto o un motorino a disposizione.

Riuscite a collaborare con i Comuni dell’isola per garantire un buon sistema di sicurezza pubblica?
Il sistema di pubblica sicurezza ha la caratteristica di essere un sistema integrato fra le forze di Polizia nazionali (che hanno la competenza esclusiva su certi ambiti, per esempio sulle grandi manifestazioni), e quelle locali. Infatti, se l’attività di controllo sulla sicurezza pubblica è principalmente esercitata, per attribuzione di legge, dai Carabinieri e dalla Polizia di Stato, i Comuni dal canto loro hanno possibilità di intervenire, regolamentando con le ordinanze molti aspetti della vita pubblica che hanno incidenza sulla sicurezza: eventi, manifestazioni, fiere, ambulantato ne sono un esempio. Per questo motivo, la sinergia fra le diverse forze in campo è essenziale e puntiamo ad intensificare le attuali forme di collaborazione, come sta avvenendo già in diversi ambiti.

Durante la passata stagione invernale lei ha promosso sistematici controlli su centinaia di automobilisti con alcool test, eseguiti in particolare in occasione dei fine settimana (e di eventi come il Capodanno) che richiamano nei locali molte persone che poi si mettono alla guida. Il decremento degli incidenti registrato nel 2015 è già una conseguenza positiva di questi controlli?
Il consumo di alcool e droghe sono condotte palesemente illecite per chi guida, e controlli pressanti in questo ambito consentono di ottenere dei risultati. Nello specifico sono certo che l’impiego sistematico del pretest per l’alcool ha influito sul calo di incidenti e aggiungo che anche le sanzioni sono diminuite (da 7-8 a 2-3 per weekend), perché la gente da subito è diventata più attenta ed evita di mettersi alla guida se ha bevuto. So che è sceso anche il consumo di alcolici nei locali notturni, ma tengo a precisare che questo non era l’obiettivo dei controlli, che era e rimane solo quello di garantire sicurezza di notte sulle strade isolane. Un fatto che mi ha particolarmente rallegrato è stato che i ragazzi, nel corso dei controlli, si sono avvicinati alla nostra pattuglia per chiedere di fare il pretest e verificare il loro tasso alcolemico prima di mettersi alla guida. Questo è un buon esempio di sinergia istituzioni-cittadini, e proprio a ciò è finalizzata la nostra azione.

Quest’estate farete regolarmente controlli con l’alcool test?                                   Sicuramente. Anche i turisti devono percepire che l’isola è sicura: i controlli hanno due facce, una effettiva, di monitoraggio del territorio ed una diciamo così psicologica, le persone quando ci vedono si sentono più tranquille.

Quali priorità avete per la prossima estate, che è la stagione che vede la popolazione dell’isola crescere in modo esponenziale?                                                                                   Il fatto che Ischia possa essere raggiunta solo via mare è un fattore positivo strategico: il controllo in entrata agli sbarchi e nei porti, infatti, consente di avere un quadro attendibile di chi è presente nell’isola. Questo significa che, quando poi vengono commessi reati come furti, rapine, spaccio di droga ecc., è facile individuare eventuali responsabili esterni alla nostra realtà. Altra chiave di volta, accanto ai porti, sono i locali pubblici, dove periodicamente verifichiamo che abbiano i requisiti di sicurezza e le autorizzazioni, e naturalmente controlliamo chi li frequenta: in questo impiego ovviamente si cerca di diluire e differenziare le attività ispettive.

Che idea si è fatto dei locali? Collaborano con voi? Si attengono ai requisiti richiesti per tenere aperto un pubblico esercizio?
Nella sostanza sì, sono collaborativi; quanto all’essere in regola, da un punto di vista generale, alcuni lo sono altri no. Paradossalmente l’ineccepibilità si riscontra di più negli esercizi di grandi dimensioni, mentre nei locali meno conosciuti accade di registrare un numero maggiore di infrazioni. Noi come forze di polizia siamo a loro disposizione per qualsiasi chiarimento interpretativo delle normative, ma poi devono fare la loro parte. Tengo a precisare che i controlli non vogliono essere oppressivi e particolarmente fiscali, ma sono fatti nell’interesse collettivo per garantire sicurezza e rispetto delle regole, le nostre attività infatti sono sempre temperate dal buon senso.

 

Controlli con l’alcool test effettuati ad Ischia di notte, all’uscita dai locali notturni.

Controlli con l’alcool test effettuati ad Ischia di notte, all’uscita dai locali notturni.

 

 

Il comandante dei CC di Ischia capitano Andrea Centrella

Il comandante dei CC di Ischia capitano Andrea Centrella

 

Una delle tante pericolose buche che affliggono le strade ischitane

Una delle tante pericolose buche che affliggono le strade ischitane

 

Un’auto caricata all’inverosimile, palese esempio di incivile imprudenza.

Un’auto caricata all’inverosimile, palese esempio di incivile imprudenza.

 

Il traffico che raggiunge picchi altissimi nell’isola.

Il traffico che raggiunge picchi altissimi nell’isola.

 

il tratto di strada in cui è avvenuto l’ultimo incidente mortale a Ischia, in primo piano le strisce pedonali quasi invisibili.

il tratto di strada in cui è avvenuto l’ultimo
incidente mortale a Ischia, in primo piano le strisce pedonali quasi invisibili.

 

 

 

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