n.09/2006
Photo: Archivio Ungaro
Text: Annamaria Rossi
Tra i professionisti delle note che vivono e lavorano nell’Isola, abbiamo scelto di conoscere più da vicino Gianni Ungaro, da diversi anni attivo al “Calise” con la sua musica e tra gli ischitani con la sua presenza discreta ma incisiva. Gianni Ungaro nasce a Napoli in una famiglia numerosa, siamo negli anni Cinquanta, il padre suona chitarra e mandolino e si esibisce in un gran numero di feste, matrimoni, serate nei locali. Gianni ha una bella vocina e a cinque anni inizia a seguire il padre ed i suoi compagni musicisti per cantare le canzoni napoletane classiche. Crescendo impara a suonare l’organo da autodidatta, dotato di talento riesce molto bene tant’è vero che negli anni Sessanta si inserisce in diversi gruppi musicali dell’area vesuviana frequentando anche lezioni di canto per migliorare la voce. A quell’epoca in città vanno molto i locali all’americana, i veri night-clubs, per cui la palestra di addestramento del nostro cantante-pianista è lo swing, da cui nel tempo si sono sviluppati molti altri generi musicali. Il repertorio si amplia, Napoli, il be-bop, poi il blues, il rock, e tutti gli altri derivati. I piccoli gruppi si trasformano in un’orchestra di nove elementi, il sabato si svolge il rito della grande serata, la domenica c’è il matinée, dalle diciassette alle diciannove. I migliori locali napoletani si contendono questo miscuglio di preparazione professionale e divertimento che tanto ha successo. I confini si ampliano, inizia un periodo di esperienza all’estero, Francia, Svizzera… dove la canzone italiana, e non solo, proposta dall’orchestra di Ungaro, riscuote un entusiasta favore di pubblico. Negli anni Settanta, dopo una serata al “Broadway” in Piazza Municipio, serata a dire il vero non molto tranquilla per i bollori di certi avventori, Gianni Ungaro sbarca a Ischia, che già conosceva, ma solo in parte. Decide di fermarsi per godersi la tranquillità del posto, la gente che vi risiede, il turismo di qualità. Trova immediatamente lavoro come solista alla “Taverna del Corsaro” e decide di rimanere. Il suo modo di esibirsi così discreto e nello stesso tempo determinato e talentuoso, ne fanno un professionista richiesto da molti locali isolani. E d’inverno si va in Svizzera, neve e serate, sottofondo d’atmosfera e balli scatenati. Attualmente, da ormai sedici anni, Gianni Ungaro collabora continuativamente con il “Calise” alternando le sue esibizioni tra il giardino esterno e il salone interno ad Ischia, ed il “Capricho” a Casamicciola. È una presenza solida: apparentemente assente e perso nelle note, ma cordiale e simpatico quando lo si avvicina, sciorina il suo vastissimo ventaglio di musica per tutti i gusti. Quando può preferisce inventare, proporre riarrangiamenti in chiave swing di pezzi napoletani classici, riproporre standards americani trascurati, rimescolare vari generi, convinto che la contaminazione sia crescita. Sono tanti gli episodi divertenti che racconta col sorriso mentre spiega il suo percorso (d’altra parte in tanti anni di onorata carriera è inevitabile), come per esempio quando una notte di Capodanno in un locale affollatissimo mancò la corrente ed il gruppo di cui faceva parte fu capace di far divertire fino all’alba il pubblico solo con le voci e la batteria. Ma una cosa in particolare mi ha colpito: durante la nostra conversazione non è stata detta una parola se non di stima verso i colleghi. Racconta di essere un appassionato di elettronica e di informatica e per questo collabora con tutti i colleghi del piano-bar ischitano per lo scambio di basi, la sistemazione e la pulizia delle tastiere, l’accordatura di pianoforti. Mette volentieri a disposizione la sua esperienza, non conserva segreti per sé. Mentre parliamo telefona Gino Pinto, poi ci raggiunge Pasqualino Sogliuzzo, musicista agli esordi, suo estimatore-allievo, un po’ ragazzo di bottega: devono andare insieme a sostituire il tasto di un pianoforte. Gli raccomanda: “Studia, devi continuare a studiare senza stancarti mai, altrimenti non arrivi da nessuna parte”. È amico di tutti, stima tutti ed è stimato da tutti. Che bellezza! Una persona positiva, semplice, e, anche se si abusa del termine, solare. Che la sera, dopo aver fatto divertire la gente per mestiere e per passione, si ritira nel silenzio della sua casa nei pressi del “Bracconiere”, a contatto con la natura insieme alla moglie per ricaricarsi e sperimentare nel suo studio intasato di strumenti, computers e componenti vari. Salvo ributtarsi nelle sue canzoni l’indomani, con rinnovato spirito.