In un periodo in cui la spending review si incro- cia con effetti drammatici alla crisi recessiva e le Amministrazioni Comunali serrano i cordoni del- la borsa per tutto ciò che riguarda spettacolo, promozione ed intrattenimento, non resta che inventarsi proposte alternative che, forse proprio perché non partorite da menti politiche ma nate dal ventre della popolazione locale, si dimostra- no assai più vicine all’identità del territorio e delle sue tradizioni e per questo di fortissimo impatto sugli ospiti. Ecco, allora, fiorire un po’ ovunque l’organizzazione delle contrade, dei quartieri, dei borghi e delle piccole comunità riunite in associa- zioni indigene o costituitesi in laboriose pro loco. Ed ecco – soprattutto – tornare alla ribalta nelle piccole piazze, come nei vicoli, sulle terrazze dei belvedere o sui sagrati delle chiese, le illuminazio- ni della festa, le fanfare delle bande, le coloratis- sime processioni religiose; tornano a spandere i loro profumi le grigliate all’aria aperta, le mescite di vino, i mastelli rotanti dello zucchero filato e dei torroni caramellati, le pizze fumanti cotte nei forni a legna itineranti… Ed in questo sensuale trionfo di profumi untuosi e carnali – così provo- canti da lambire l’oscenità – irrompe spregiudica- to e prepotente lo spettacolo di piazza: attori, co- mici, ballerini, musicisti e cantanti si esibiscono in un caleidoscopico, e spesso più che stravagante, improvvisato teatro dell’arte: alcuni affrontano i palchi caracollanti, con la spavalda e consumata sicurezza dell’artista navigato, altri su quel palco ci salgono con la disperata voglia di squarciare la fitta nebbia dell’anonimato e muovere i primi pas- si di una carriera – si spera! – di successi.
L’estate 2013 ha visto, infatti, il turismo enoga- stronomico e degli spettacoli organizzati da grup- pi di cittadini amanti della buona tavola, della convivialità e del folklore locale, diventare il fio- re all’occhiello di una programmazione di eventi altrimenti assai scarna: ecco perché, soprattutto nelle frazioni con meno attrazioni turistiche, i vo- lontari si sono organizzati e investendo energie e denaro sono riusciti a mettere su concerti, spet- tacoli di cabaret e degustazioni di prodotti tipici, gratuitamente o al costo assai contenuto di un panino. Cibi di veloce cottura – è la salsiccia alla brace a farla da padrona, ma anche pesce fritto, pizze, bruschette, zeppole – realizzati al momento e serviti da più mani, attraverso una preparazio- ne corale, una sorta di filiera gastronomica dove ciascuno assolve ad un compito preciso (c’è chi taglia il pane, chi cucina, chi si occupa della far- citura, chi lo avvolge nel tovagliolo e chi lo porge insieme con un buon bicchiere di vino paesano) e per cui si spendono al massimo cinque euro, sono l’attrazione principale di queste feste che arriva- no ad ospitare anche più di 2500 persone, tanto da dover allestire bus-navetta gratuiti, per evitare paurosi ingorghi di auto. Un’organizzazione dav- vero impeccabile! Se si considera, poi, che il solo mese di agosto ha visto protagoniste almeno 15 feste popolari che hanno riempito circa 20 serate, conservando tutte la stessa affluenza di pubbli- co e la medesima ed omogenea partecipazione di grandi, piccoli, turisti, residenti e, stranamente, anche di giovanissimi, forse desiderosi di alterna- tive alle serate di “struscio sul corso e mojito”, si può affermare che le sagre sono state gli eventi imperdibili della stagione turistica.
Sull’isola i primi ad adottare la formula della sagra (non necessariamente connessa alla festa religio- sa in onore del Santo Patrono) sono stati Serrara e Fontana. Per invitare a conoscere un territorio ricco di storia e tradizione e di bellezze naturali, ma poco frequentato dai turisti che scelgono Co- muni più vicini al mare, i Fontanesi, riuniti nella Pro Serrara Fontana, da ben 38 anni organizza- no la “Sagra del vino e saucicciata”, durante la quale ad un prezzo minimo vengono serviti panini con salsiccia e verdure locali e offerto ottimo vino prodotto dai contadini del luogo. A Serrara, inve- ce, ad attirare il pubblico è “il Festival delle Cose Buone”, alla 33esima edizione, che accanto all’as- saggio di cibo genuino propone una sfilata in co- stumi d’epoca e c’è la possibilità di partecipare al sorteggio di prodotti tipici, conigli da fossa e addirittura di un maialino.
“Di certo non manca la partecipazione da parte delle Amministrazioni – dice Raffaele Di Meglio, Assessore al Comune di Barano (e membro atti- vo del Gruppo Folk la ‘Ndrezzata) – che, pur non avendo disponibilità economica per finanziare fe- ste e concerti, favoriscono ed agevolano la buona riuscita delle sagre e la costituzione in associazio- ni dei cittadini, concedendo il patrocinio alle ma- nifestazioni, fornendo servizio d’ordine con vigili ed ausiliari del traffico e di pulizia con operatori ecologici prima e dopo l’evento, non chiedendo il contributo per l’affissione dei manifesti pubbli- citari e praticando un forte sconto per l’occupa- zione del suolo pubblico”. La vera rivelazione del 2013 in fatto di sagre è stato proprio il comune di Barano che ha consolidato gli appuntamenti degli scorsi anni e ne ha creati di nuovi, grazie anche alle associazioni giovani – Gli amici di Buonopane e Testaccio Grandi Eventi – che hanno affianca- to quelle storiche, Il Gruppo Folk la ‘Ndrezzata e Gli amici di Fiaiano, riuscendo ad organizzare ben sei diverse sagre: il “Pizza Festival” ai Maron- ti e a Buonopane, la “Festa dei Pescatori & Co.”
e i tre giorni di spettacoli a Testaccio, la “Sagra della Melanzana” a Fiaiano e “Buonopane in Fe- sta”. Enzo Gragnaniello, Cristina Balestriere, Mino Abacuccio, Tony Tammaro, Luca Sepe, Paolo Ca- iazzo sono solo alcuni dei tanti artisti che hanno animato le piazze dove davvero se ne sono viste delle belle: persone tutte d’un pezzo che per in- gannare l’attesa ballavano in fila, distinte signore con la sediolina pieghevole sotto il braccio, so- bri professionisti che intonavano a squarciagola “motivetti tamarri” e, di tanto in tanto, un botto- ne dei calzoni aperto per lasciar spazio all’ultima porzione di coniglio alla cacciatora.
Nonostante le spese di organizzazione siano ridotte all’osso – poiché fanno parte di tutte le associazioni elettricisti, cuochi, falegnami e volon- tari che ricoprono ogni ruolo necessario – questi eventi, naturalmente, hanno dei costi: si arrivano a spendere, tra noleggio di panche e gazebo, im- pianto audio, palco ed artisti circa 13 mila euro a manifestazione, che si punta a recuperare con la vendita del cibo. Quando avanza qualcosa vie- ne reinvestito per la sagra dell’anno successivo (a Buonopane sono stati acquistati tre forni a legna al costo di circa 6mila euro, mentre i foriani han- no comprato panche e tavoli che possono ospi- tare fino a 400 persone), oppure per restaurare un’opera simbolo del paese: coi proventi della Fe- sta dei Pescatori dello scorso anno è stato rimes- so a nuovo il Monumento dei Caduti a Testaccio, a Buonopane è stato ricostruito il cornicione in basaltino della porta posta all’ingresso del pae- se e quest’anno si intende riparare i gradini che portano alla statua della Madonna a Piedimonte, la cui unica via d’accesso ora è impraticabile. Col ricavato della sagra “Crateri in Festa” organizzata dagli “Amici di Fiaiano” si è potuta dare nuova vita al crocifisso ligneo dell’antica chiesetta del Cretaio, mentre i proventi dei quattro giorni del “Gusta Forio” sono interamente destinati a finan- ziare l’Actus Tragicus, la drammatizzazione della Passione di Cristo messa in scena il venerdì Santo per le strade del paese.
E proprio per una di queste serate dedicata alla pizza, due dei forni acquistati dagli “Amici di Buonopane” sono stati dati in prestito all’asso- ciazione foriana, permettendo la buona riuscita dell’evento senza ulteriori spese. Un esempio di collaborazione, a dimostrazione del buon sangue che corre tra le diverse associazioni e le numerose manifestazioni che organizzano, dove la rivali- tà si esprime solo attraverso le novità proposte, l’importanza degli artisti invitati ad esibirsi, la freschezza e bontà dei prodotti e l’inventiva nel proporli, nei miglioramenti che si cercano di ap- portare di anno in anno.
text_Lucia Elena Vuoso photo_Ciro Di Raffaele, Simona Pavini, Tom Fiorentino