Friday, November 22, 2024

29/2011

Photo: Redazione Ischiacity
Text: Lilia Lombardo

 

Crescenzio Cautiero, nella sua doppia veste di tour operator fra i principali dell’isola e di albergatore, traccia un quadro del turismo ischitano, soffermandosi in particolare sulla necessità di riconquistare un ospitalità di qualità e ribadendo l’importanza che ancora potrebbero rivestire i flussi dalla Germania per l’economia turistica dell’isola. Lei è uno degli imprenditori del turismo che ancora crede nella necessità di puntare sul turismo tedesco nonostante quest’ultimo negli ultimi anni abbia, indubbiamente, preferito ad Ischia altre mete. Siamo in pochi a credere ancora in questo mercato, in particolare Franco Di Costanzo ed io, eppure Ischia deve il grado di benessere raggiunto proprio alla Germania. Fino al 2000, all’incirca 200mila clienti tedeschi ci sceglievano per la loro vacanza e, con la media di dieci giorni di permanenza ciascuno, arrivavamo a circa due milioni di presenze; oggi si sono ridotti ad un terzo, lo scorso anno abbiamo toccato come picco massimo 70-80mila arrivi. Come pensa che sia possibile recuperare questa fetta di clientela? Sono convinto che dobbiamo essere uniti, creare un sistema, eliminando le tante associazioni per dare vita ad un’unica grande società di albergatori che dovrebbe difendere gli interessi di affiliati e non, e allo stesso modo, coinvolgere tutti gli altri professionisti del settore (tassisti, termalisti, ristoratori). Da un punto di vista strettamente tecnico, è fondamentale la presenza della Regione alle fiere; quest’anno, invece, la Campania era assente a quella di Monaco di Baviera, benché la città sia collegata benissimo con noi da varie compagnie aeree. Per quanto riguarda la tipologia di clientela, credo che si debba puntare sulla fascia dei 35-40enni, non su quella dei più giovani che non ha ancora a disposizione i mezzi economici per potersi permettere questo tipo di vacanza. D’altra parte, Ischia non è più identificata come “l’isola dei vecchi”, i turisti riconoscono e apprezzano la scelta fatta da tante strutture di investire sul wellness, sommando ai benefici apportati dalle acque e dalle cure termali, i vantaggi e 32 – T O U R I S M i CREDO NEI TEDESCHI Interview: Lilia Lombardo Photo: Ischiacity piaceri che vengono dai trattamenti dedicati all’estetica e al fitness. Ma per riportare sull’isola i turisti tedeschi che abbiamo perso, è necessario pubblicizzarla al meglio servendosi di cinque elementi: sole, mare, terme, cultura e benessere, uniti in un unico prodotto al quale aggiungere il fattore “simpatia”. Anzi, sarebbe necessaria una vera e propria ‘filiera della simpatia’ per accompagnare con attenzioni e cortesia gli ospiti fin dall’arrivo e per tutto il soggiorno, coinvolgendo tutte le categorie con cui essi entrano in contatto. Purtroppo, invece, da questo punto di vista siamo spesso manchevoli, ci sono categorie che non si comportano bene con i turisti e in tal modo penalizzano tutti. Inoltre, sempre più spesso ci viene chiesto: perché non ci sono parchi per i bambini? Perché mancano le aree dedicate ai ciclisti? Perché le montagne sono piene di rifiuti? Gli aerei che congiungono Napoli alla Germania tendono a essere sempre meno, inoltre sono scomparsi i charter. Quali sono le ragioni di queste scelte? Da quando sono nati i voli low-coast, i charter sono quasi del tutto scomparsi; in generale, quello del collegamento tra i paesi di provenienza dei turisti e gli alberghi dove soggiorneranno è un problema serio cui bisogna far fronte. Dobbiamo prendere esempio da altre località, come Pantelleria, dove gli albergatori hanno creato un consorzio con i tour operator: la metà delle camere che l’agenzia di viaggio può bloccare in ogni singolo albergo deve prevedere necessariamente, compreso nel prezzo, anche il volo per raggiungere la struttura, quindi, per esempio, su dieci camere prenotate, cinque devono essere abbinate al volo predisposto dall’agenzia, mentre per le altre cinque, può essere organizzato anche privatamente. Cosa pensa del fatto che da qualche anno importanti imprenditori ischitani del turismo abbiano scelto di puntare sul turismo italiano di fascia più economica, il low cost? Puntare solo sulla migliore offerta economica non può essere la risposta più giusta ad una crisi: riducendo i prezzi al di sotto di un certo limite, infatti, si abbassa necessariamente la qualità, ed è lo stesso cliente a non apprezzare questa politica. In un panorama di offerte più che convenienti, egli si pone delle domande a cui, spesso, trova da solo le risposte: prezzo basso sta per offerta scadente e quindi finisce per non sceglierla. Vendere turismo è un’arte, ed in quanto tale non è alla portata di tutti. La cattiva promozione dell’isola è da imputare ad alcuni “venditori ambulanti” di soggiorni, vale a dire tutti quegli albergatori che attraverso internet, in collaborazione con agenzie o pseudo-agenzie, evidenziano come primo elemento la convenienza del prezzo, finendo spesso per regalare il prodotto, addirittura andando contro le normative che regolamentano la cessione dei pacchetti turistici e le modalità di applicazione dell’IVA. Crede che si possa destrutturare questo sistema? Non si corre il pericolo di dare il via ad una crisi economica ancora più grave? Sì, credo che sia possibile modificare l’attuale modo di fare turismo a Ischia e sono convinto che ne verrebbe di conseguenza una rivalutazione dell’isola. Sarebbe necessario in primo luogo un generale rispetto delle regole, che interessi tutto il settore, fino agli albergatori che dovrebbero impegnarsi a conservare il numero di stanze previste dalla licenza, per evitare che una quantità sproporzionata comporti la necessità di venderle a un prezzo troppo basso ed una conseguente svalutazione del prodotto Ischia. Che opinione ha del piccolo exploit registrato da Ischia come meta per le vacanze presso il mercato russo? Il cliente russo, a differenza di tedeschi, svizzeri e anche degli stessi italiani, non ritorna, per cui non credo più di tanto nell’ex Unione Sovietica come una soluzione, seppur parziale, all’emorragia di turisti tedeschi. Personalmente poi, non ritengo accettabile che venga loro venduto, come spesso accade, ad un prezzo molto alto lo stesso prodotto che a viaggiatori di altre nazionalità è, invece, offerto a cifre molto inferiori, solo perché hanno capacità di spesa più elevate.