29/2011
Text: Lilia Lombardo
Intervista a Mario Rispoli Nell’ultimo decennio, il turismo ad Ischia si è profondamente modificato, in particolare è stato registrato un calo nella presenza dei viaggiatori stranieri, principalmente quelli di lingua tedesca (passati da 1milione e 500mila circa a 400mila presenze) che, invece, un tempo costituivano gli ospiti per eccellenza, essendo stati per circa 40 anni, fra il ’60 e il 2000, assidui frequentatori dell’isola, di cui si dicevano davvero innamorati. Il cambio favorevole marco-lira (che rendeva economico il soggiorno, ma anche meno care le tasse autostradali e le spese per la benzina) costituiva un forte incentivo a scegliere l’Italia come meta di vacanze. Ischia, inoltre, grazie alle sue acque termali, era particolarmente ricercata, in quanto il sistema sanitario tedesco riservava ai propri cittadini un rimborso per usufruire dei trattamenti termali a loro più congeniali anche fuori dal proprio paese. Successivamente, la Sanità pubblica ha ridotto l’erogazione gratuita delle cure effettuate all’estero, limitandola ad una volta ogni tre anni e ciò, insieme al passaggio alla moneta unica, ha comportato, un calo fortissimo della presenza dei tedeschi. Ischia ha risentito in maniera drammatica di questa perdita, in quanto dalla Germania giungeva l’85% degli ospiti stranieri: quando sono venuti meno, un intero sistema produttivo (alberghi, ristoranti, negozi), sviluppato sulla base di questo tipo di clientela e delle sue esigenze, è entrato in crisi. Negli ultimi anni, a fronte della riduzione dei viaggiatori teutonici sono, tuttavia, cresciuti quelli provenienti dall’ex Unione Sovietica: secondo le statistiche le 60mila presenze registrate nel 2006 sono diventate 80mila nel 2010. Non raggiungono, certo, le cifre esponenziali dei flussi dalla Germania, ma rappresentano sicuramente un movimento positivo, che va conosciuto meglio, nell’idea che, ormai, non ci si può più rivolgere ad un unico mercato, ma è necessario diversificare l’offerta per attirare altri paesi, adeguando il prodotto-Ischia a una domanda sempre più eterogenea, oltre che esigente. L’ospite russo esigente lo è sicuramente, ama infatti il comfort e le comodità, si rivolge a strutture di alta qualità, adora lo shopping e la moda italiana, al punto che sarebbe disposto a spostarsi anche soltanto per fare acquisti, non si tira mai indietro di fronte ad un ottimo bicchiere di vino né, tanto meno, ad un pesce prelibato servito nei più esclusivi ristoranti isolani. Insomma, è inconfutabile un dato: sono i russi che stanno tendenzialmente spendendo di più, al punto da sostituire americani e giapponesi nell’immaginario collettivo di albergatori, ristoratori, commercianti. Gli operatori del turismo ischitano, infatti, si sono trovati, nel giro di pochissimi anni, in presenza di due modi differenti di intendere la vacanza: i “new entry” rappresentano un target di mercato e di spesa di alto livello, i tedeschi di livello medio-basso. Mentre, poi, con i clienti “storici” era più semplice interagire, in quanto già si conoscevano le loro richieste ed si era organizzati al meglio per poterle soddisfare, di fronte ai russi l’isola si è mostrata piuttosto “impreparata”. Ci siamo chiesti perché e quali sono state le cause di questo fenomeno, ma soprattutto come gli imprenditori isolani hanno affrontato questo cambiamento, avvalendoci della collaborazione dell’ing. Mario Rispoli, responsabile dell’analisi dei flussi turistici dell’azienda Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida. Perché i russi scelgono Ischia e come mai abbiamo registrato da qualche anno un successo dell’isola su questo mercato? La presenza dei viaggiatori provenienti dalla Russia è cresciuta, a partire dal 2003-2004, ad un ritmo vertiginoso, aumentando del 7% medio annuo, con un incremento complessivo fino a oggi del 30-35%; un unico momento di crisi si è registrato nel 2009 a causa di una congiuntura economica non particolarmente favorevole in Russia. Se parte dei viaggiatori dell’ex Unione Sovietica si rivolge all’Italia, è perché il nostro paese si è imposto sullo scenario internazionale grazie al proprio patrimonio storico ed artistico e tutto ciò che ha reso grande l’Italia ha funzionato, in qualche modo, anche per Ischia. Da indagini condotte dall’ENIT (Ente Nazionale del Turismo Italiano), in testa alle preferenze di questi nuovi clienti al momento della scelta della meta per le vacanze troviamo mare e terme: Ischia è in grado di offrire sicuramente queste due opzioni. Che tipo di turista è quello russo? Purtroppo non lo sappiamo con assoluta certezza perché non sono mai state condotte indagini specifiche; sicuramente ha una buona capacità di spesa, basta considerare che il 65-70% di quanti giungono ad Ischia pernotta in alberghi a 4 e 5 stelle. Questa inclinazione a spendere è un fattore certamente molto interessante perché contribuisce a mettere in moto l’intero indotto dell’isola, vale a dire il complesso di attività commerciali cui il turista rivolge particolare attenzione: ristoranti, bar, locali notturni, boutiques, parchi termali, spiagge. Ci sono state iniziative da parte della Regione e degli Enti locali per incentivare e, quindi, incrementare il turismo russo verso l’isola? Ischia partecipa tutti gli anni alla Bit di Milano (Borsa Internazionale del Turismo), ma questa presenza si riduce ad una sorta di rituale. Non ha, infatti, nessun fondamento di tipo scientifico, perché a monte non esiste uno studio delle caratteristiche della domanda russa, studio che sarebbe necessario per rispondere con un’offerta che riesca a soddisfarla pienamente. E’ possibile sapere con anticipo che ad Ischia ci sarà un incremento delle quote dei turisti russi? No. Una volta, l’entità di un flusso turistico poteva essere misurata sulla base delle prenotazioni, che venivano effettuate molto tempo prima: i tedeschi, per esempio, prenotavano la vacanza con circa un anno di anticipo e quindi gli albergatori avevano la possibilità di capire l’andamento delle richieste. Si effettuava, infatti, un’estrapolazione dei dati stimando che, laddove si fosse verificato un incremento, ci sarebbe stato un conseguente aumento dei turisti. Oggi, è davvero complicato fare questo tipo di previsione perché sempre più persone pianificano le proprie vacanze usando internet e, in tal modo, la prenotazione arriva solo pochi giorni prima della vacanza stessa. In generale, quanti fra quelli che vengono in Campania scelgono Ischia come meta delle proprie vacanze? Chi sceglie la nostra Regione, guarda allo stesso modo ad Ischia, Capri, alla Penisola Sorrentina, alla Costiera Amalfitana. Sicuramente, qui ad Ischia registriamo più presenze rispetto ad altre mete turistiche perché abbiamo un patrimonio ricettivo molto consistente: contiamo 22mila posti letto in totale, oltre il 35% delle strutture alberghiere dell’intera provincia di Napoli. Certo è che, rispetto agli anni scorsi, abbiamo perso molto, e l’esempio più eclatante è rappresentato proprio dal calo dei turisti tedeschi: mentre prima ne contavamo 1.500.000, oggi, andando a sommare i consensi dell’intero mercato internazionale registrati sull’isola, non raggiungiamo certo quella cifra! Cosa è auspicabile fare per incrementare i flussi di una determinata Nazione e per indirizzarli verso l’isola d’Ischia? E’ fondamentale formulare un’offerta interessante, quindi bisogna avere grande attenzione per il territorio, per capire quali sono gli attrattori che rispondono maggiormente alla domanda (per esempio, per i russi, abbiamo parlato del mare e delle terme) e lavorare su questo aspetto, pubblicizzandolo al meglio. E quando questi turisti sono qui, è necessario che receptionist, camerieri, animatori siano in grado di comunicare con loro, quindi il personale deve apprenderne la lingua per quanto è utile a stabilire una buona relazione con il cliente, uno dei fattori che contribuisce a elevare la qualità dei servizi. Non a caso, il tedesco, la lingua dei nostri migliori ospiti (almeno fino a poco tempo fa), è ancora diffuso fra gli addetti al comparto turistico.