Text_ Riccardo Sepe Visconti
Il Governatore Vincenzo De Luca porta in sé – e con sé – il “modello Salerno” grazie al quale, da sindaco, ha creato un’immagine ed un’economia turistica ad una città che prima della sua lunga amministrazione non aveva alcuna idea di come abbracciare questo importantissimo settore che, a quanto pare, si dimostra essere l’unica vera risorsa per il rilancio del Sud. Negli scorsi anni la sola performance di questo tipo davvero significativa – fra le amministrazioni regionali – seppe realizzarla il presidente Nichi Vendola, che con molti interventi ben mirati, riuscì davvero a trasformare la Puglia in un territorio a vocazione turistica. Fallito, per un cortocircuito di ragioni assai complesse, ogni tentativo dello Stato centrale di aiutare le regioni del Mezzogiorno d’Italia, a noi, popolo del Sud, non resta che rimboccarci le maniche e provare in modo autonomo a definire la nostra vocazione. La scelta di De Luca è caduta – senza se e senza ma – sull’ambito turistico. D’altra parte, già Renzi da primo ministro aveva indicato questa come la strada da seguire per risollevare le sorti del Meridione. Sono assolutamente convinto, infatti, che al ministro Dario Franceschini sia stato assegnato il preciso compito di contribuire al rilancio dell’immagine di molte zone dell’Italia proprio facendo leva sull’attrattore culturale. E non è affatto un’idea sbagliata. In un (lungo) periodo, com’è l’attuale, di spending review, il Paese non può permettersi grosse spese per opere infrastrutturali da realizzare diffusamente sul territorio nazionale – che pure sarebbero necessarie. Sì, perché in fin dei conti “fare turismo” vuol dire controllare i flussi economici legati a questo settore e lo si fa innanzitutto creando i presupposti logistici affinché i viaggiatori possano sceglierci quale destinazione, quindi mettendo mano ai trasporti (Aeroporti, Stazioni, Porti, Autostrade), ai servizi di mobilità urbana ed extraurbana (metropolitane, autobus, taxi, traghetti), alle attività ricettive (alberghi), ed infine all’organizzazione del territorio (decoro, funzionalità e sicurezza). Ma questi sono interventi che dovrebbero inserirsi in una faraonica progettazione sistemica che può essere realizzata solo in un arco di tempo assai esteso. Ecco, allora, che pensare di accelerare la spinta turistica utilizzando a mo’ di “sirena ammaliatrice” la bellezza dei nostri siti artistici, storici e culturali è apparso come un primo passo utile ed efficace (valga in queste pagine l’articolo dedicato alla mostra su Picasso voluta dal direttore Sylvain Bellenger al Museo di Capodimonte, che ha proiettato Napoli, dopo moltissimi anni di silenzio, nel circuito internazionale dei grandi eventi culturali). Tuttavia, se l’utilizzo delle sirene artistico/culturali può apparire una sorta di “furbata” del Governo, è pur vero che il presidente della Campania deve provare a tutti i costi d’essere più intelligente che furbo, ed in cuor mio credo che De Luca stia dimostrando di avere una visione prospettica molto concreta in tal senso. Sta prendendo corpo, infatti, un gigantesco ed assai ambizioso progetto che egli stesso ha battezzato “La Romagna del Sud”, secondo il quale una larga parte della costa campana, dal (degradatissimo eppure assai bello) litorale Domizio fino ai Campi Flegrei, dovrà essere trasformata nei prossimi anni – grazie a una serie di iniziative che partono dalla risoluzione del problema della depurazione delle acque – in una macroarea costiera vocata, senza soluzione di continuità e organicamente, al turismo. Per far ciò – e lo sostengo perché ho nel curriculum l’esperienza di assessore al turismo e, d’altra parte vivo da tempo in un luogo (Ischia) che dell’accoglienza ha fatto la sua unica fonte di reddito – è necessario, su tutti, un requisito essenziale: la mentalità. Sì, bisogna avere una mentalità aperta ed inclusiva, protesa all’idea di integrare il proprio territorio con le esigenze di portatori di culture diverse, quindi grande tolleranza, senso di ospitalità, duttilità, capacità di organizzare i servizi in funzione delle aspettative dei nostri ospiti. Non è un compito facile quello che si è assegnato De Luca, ma il progetto è stupendo! Riuscire, facendo leva solo sul nostro genio e sulla nostra identità, a uscire dal pantano ristagnante di una crisi economica dovuta alla deindustrializzazione ed alla perdita di competitività globale, è un’idea di gran fascino. Possibile ed al tempo stesso esaltante. Ma occorre una ferma visione progettuale e, in tal senso, Pozzuoli e l’area flegrea appaiono perfetti per essere identificati come epicentri di questa nuova grande avventura rivoluzionaria attraverso la quale si vuole cambiare il volto di una parte consistente della Campania. Sono territori che, come emerge con evidenza dal nostro inserto, hanno davvero tutto ciò che è necessario per partire con il piede giusto: piacevolezza e funzionalità dei luoghi (linea di costa, golfi, laghi, boschi, aree naturali), buona e diffusa ristorazione, fascino attrattivo della Storia (siti archeologici, castello di Baia, anfiteatro Flavio, Rione Terra, antiche ville patrizie, Terme di Baia e sono solo alcuni esempi), risorse termali da indirizzare al benessere, stabilimenti balneari, etc. Adesso occorre mettere a sistema tutto ciò, creare la rete di servizi che renda efficiente il sistema stesso e incoraggiare l’impresa privata ad investire sul territorio. Non sarà una passeggiata… Ma neppure una missione impossibile.