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Photo: Riccardo Sepe Visconti
Text: Riccardo Sepe Visconti
Incontro con il nuovo presidente dell´Unione Industriali del Turismo di Ischia, Mario Leonessa.
R.: Da poco lei è stato eletto presidente dell´Unione Industriali del Turismo: una responsabilità, un ruolo impegnativo…
M.: Abbastanza, perché si era fatto finora ben poco a livello associativo e quindi spero che con la mia presenza si riuscirà a portare una parvenza di unità tra le diverse associazioni e che ciò possa giovare a tutte le parti coinvolte – le amministrazioni, i locali e noi albergatori – e a rendere il paese più vivibile per i suoi ospiti.
R.: Cosa si prefigge l´Unione industriali?
M.: L´interesse primario è naturalmente l´interesse degli associati ma teniamo presente che in definitiva interessi del paese e degli associati coincidono. Quasi tutti gli alberghi dell´isola si sono aggiornati e forse, a livello qualitativo interno, si possono considerare i migliori d´Italia, quello che non tutti hanno capito ancora è che il territorio vale quanto le strutture, se non di più.
R.: Quindi lei è contrario a creare un´isola all´interno dell´albergo?
M.: I grandi alberghi hanno la tendenza a sopperire alle carenze esterne ma naturalmente il cliente non passa tutto il suo tempo nell´albergo, per cui è fondamentale che l´ambiente sia accogliente.
R.: Le amministrazioni riescono a rispondere a queste esigenze?
M.: Credo che le amministrazioni facciano ciò che il cittadino chiede e quest´ultimo non ha capito che tutti viviamo esclusivamente di turismo e che quindi trattare bene l´ospite è fondamentale, invece si sono perse armonia, ospitalità e umiltà che prima c´erano, temo purtroppo in special modo a livello delle nuove generazioni di albergatori.
R.: Ritiene che sia necessario recuperare il turismo tedesco o rivolgersi a nuovi mercati?
M.: Ritengo che il mercato di lingua tedesca, che già conosce Ischia, sia sicuramente da riconquistare, in primo luogo perché nei periodi di bassa stagione potrebbe continuare ad essere una risorsa importante e poi perché la prospettiva offerta dai nuovi mercati, come quelli asiatici, è lontana nel tempo e da verificare.
R.: Quale pensa che sia la formula giusta dell´accoglienza qui a Ischia e come si può cercare di uscire, almeno in parte, dalla crisi?
M.: La crisi è certamente generale, nazionale e internazionale, anche se forse qui è più acuta, aggravata dal fatto che negli ultimi anni c´è stato un aumento di posti letto eccessivo in rapporto alle prospettive di richieste per l´isola. Questa primavera abbiamo avuto una polemica molto forte con l´Azienda di cura e soggiorno secondo la quale risultavano 600 mila presenze in più, mentre poi il numero di presenze reali risultava inferiore rispetto all´anno precedente. Deve esserci stato un errore, ma non si capisce relativo a quale anno e il risultato pratico è che in questo modo quando lanciamo segnali di allarme non veniamo creduti.
R.: Tra strutture alberghiere vi scambiate i dati sulla presenza turistica?
M.: Il nostro gruppo è riuscito a farlo solo con il Miramare e Castello e con il Jolly Hotel ed è un peccato perché riuscire a confrontare i dati, peraltro ufficiali, è senz´altro utile.
R.: Qual è il ruolo delle fiere?
M.: Bisogna esserci per motivi di immagine, ma in concreto servono a poco perché ci si incontra quando tutto per la stagione in corso è già stato stabilito.
R.: Quindi come si fa a realizzare efficacemente una strategia?
M.: Quando si decide di individuare mercati alternativi il primo passo da fare è studiare i dati che riguardano gli arrivi all´aeroporto di Capodichino, sia per i voli di linea che per i charter. La fase successiva consiste nel farsi conoscere presso quella clientela, ma non solo come singolo albergo quanto piuttosto bisogna pubblicizzare il prodotto costituito dall´intera isola e questo devono farlo in primo luogo le amministrazioni. Ischia rappresenta il 40-45% del turismo della provincia di Napoli, per cui se ci dessero gli stanziamenti che fanno per la pubblicità pari a questa percentuale riusciremmo a far conoscere l´isola in tutto il mondo e inoltre noi potremmo trascinare le nuove realtà turistiche che si affacciano. In quest´isola le realtà dei singoli comuni sono invece ancora estremamente divise, non riusciamo ancora a proporci come un tutt´uno armonico, cosa che in altri paesi già si fa. Stiamo cominciando a compiere i primi passi: in tal senso va il tariffario concordato per i taxi e il progetto volto ad armonizzare i tempi e il tipo di manifestazioni che si svolgono sul territorio di tutta l´isola, in modo da non sovrapporre né i temi né l´epoca in cui avvengono ed evitando di concentrare gli eventi solo in luglio e agosto.
R.: Che significato ha la scelta del Continental Terme di chiamare Vito Colella, uno dei più importanti esponenti dell´intrattenimento notturno nell´isola?
M.: Il nostro gruppo ha sempre puntato sull´alta qualità, la fascia media e bassa non ci interessa e la scelta di un personaggio come Colella, che dà lustro all´azienda, rientra in questo progetto.
R.: Come nasce l´attività dei Leonessa in campo alberghiero?
M.: Siamo arrivati a Ischia negli anni ´50 come costruttori; quando si costruì questo albergo, il Continental Terme, volevamo darlo in gestione, ma poiché era distante dal centro nessuno voleva farlo e così ce en siamo occupati in prima persona. Poi abbiamo comprato una villa in direzione di Casamicciola appartenuta a un ebreo russo americano ed è diventata il Continental Mare. In seguito prendemmo il Moresco e l´Excelsior, perché era l´unica struttura degna, una volta ristrutturata dalle fondamenta, di divenire un albergo a cinque stelle.
R.: Ci sarà un momento in cui gli alberghi di Ischia riusciranno a rimanere aperti per tutto l´anno?
M.: Talvolta noi siamo rimasti aperti per le feste di Capodanno e per eventi congressuali: ma credo sia difficile attuare ciò che lei dice perché in inverno qui è tutto chiuso e il paese non offre molto, forse solo creando, per esempio, poli di wellness ben pubblicizzati si può sperare di avere un numero interessante di ospiti. Tenga anche conto del fatto che le strutture che restano aperte abbassano molto le loro tariffe e ciò è pericoloso, infatti se si fa una conduzione buona si rischia di rimetterci e se invece in bassa stagione si gestisce al risparmio ci si perde in immagine.
R.: Quanto conta il rilancio dell´immagine dell´isola d´Ischia?
M.: È necessario un serio ufficio stampa che parli dei fatti dell´isola sistematicamente, anzi spesso l´evento va creato, amplificando sugli organi di comunicazione le presenze illustri che pure a Ischia ci sono. A partire da novembre la nostra associazione curerà una serie di corsi di aggiornamento che coinvolgeranno tutti, dai proprietari degli alberghi ai manager, al personale, è infatti necessario tornare a insegnare il modo di porgersi verso gli ospiti. Speriamo di avere una buona partecipazione e vorremmo entrare anche nelle scuole con l´idea di educare a partire dai più giovani.
R.: Quali sono le maggiori difficoltà che incontra nella carica che attualmente riveste?
M.: Penso che niente sia in assoluto difficile: è necessario avere calma, pazienza e capacità di convincere perché alla fine gli interessi che promuoviamo sono comuni a moltissime categorie.