Interview_ Riccardo Sepe Visconti Photo_ Riccardo Sepe Visconti Enzo Buono
Che peso può avere il comparto del turismo sul bilancio della regione Campania? Che posto occupa fra le priorità individuate nell’ambito dei problemi che l’Amministrazione deve affrontare a breve e lungo termine? La Regione Campania ha tutto: beni culturali straordinari, mare, attività industriali d’eccellenza. Il nostro obiettivo è uno solo, quello di creare lavoro e il turismo è uno strumento formidabile per la crescita dell’economia – sia a breve che a lungo termine. E l’uso sapiente e scientifico dei fondi europei può aiutarci nello sviluppo del comparto turistico: da novembre 2015 ad oggi sono stati già immessi 2 miliardi e 100 mila euro. In questi fondi ci sono finanziamenti per grandi progetti del comparto turistico come quello per la rinascita del “litorale domizio” confinante con il litorale flegreo, una sfida importante per rendere completamente balneabile quell’area e quindi attraente come polo per le vacanze. A breve presenteremo anche il nuovo portale “InCampania.com”, perché la rete è indispensabile per conquistarsi un flusso sempre maggiore, sia nazionale che internazionale. Il “modello Salerno”, vale a dire la scelta di dedicare energie di progettazione ed economiche per intervenire su una quota del territorio e farne una nuova, inedita meta turistica, trova evidenti richiami nel programma di rinascimento di Pozzuoli promosso dal sindaco Figliolia, che da parte sua non ha mancato di sottolineare l’intesa politica e di visione che vi lega. Cosa pensa dell’ambizioso programma che ha caratterizzato il primo mandato della giunta Figliolia e cosa può fare la Regione per sostenerlo? Agendo nei fatti da “Sindaco della Campania”, con le nostre iniziative di governo andiamo anche oltre le competenze di indirizzo e programmazione dell’ente regionale. Pozzuoli è straordinaria, può essere una esemplificazione dell’idea moderna dei luoghi. È uno dei punti principali per lo sviluppo della Regione, una priorità del nostro governo. Non c’è al mondo un altro sito con la concentrazione di patrimonio ambientale, artistico e storico di questa città e del comprensorio flegreo. Vogliamo lanciare la sfida del riconoscimento come patrimonio Unesco dell’area e Pozzuoli deve essere il centro di un grande distretto turistico. Ma non mettiamo freni alle ambizioni: il porto potrà essere uno scalo crocieristico. Basta avere progetti di qualità e fattibili. Nonostante la Campania sia ai primi posti per il valore del suo patrimonio storico, monumentale ed artistico, fino a poco tempo fa sono state evidenti le difficoltà in cui questo settore, fondamentale per l’offerta di un territorio che voglia dedicarsi al turismo, si muova. La legge Franceschini sembra avere segnato un momento di svolta: dal punto di vista della Regione che valutazione dà delle novità a livello di gestione della risorsa culturale che ha introdotto? In un clima politico e sociale di imbarbarimento come quello in cui stiamo vivendo, la cultura rappresenta uno degli argini più importanti. Quindi, qualsiasi provvedimento che superi contrapposizioni ideologiche e che hanno fatto il loro tempo, è un’ottima notizia. Le maggiorI innovazioni portate da questa legge le abbiamo avute proprio nelle misure per Pompei e per la Reggia di Caserta. Inoltre, abbiamo siglato l’accordo con il ministro Franceschini per la redazione del piano paesaggistico regionale e lo stiamo ultimando; contemporaneamente si sta lavorando sul turismo sostenibile, in accordo con Ferrovie dello Stato Italiane, per valorizzare il polo museale di Pietrarsa a Portici, appena riaperto al pubblico dopo ingenti restauri, e i siti di Ercolano e Pompei. E poi ancora Carditello, Paestum, le isole del Golfo, luoghi di straordinaria bellezza e con grandi potenzialità. Senza trascurare le aree interne. Ogni territorio ha in sé una propria enorme potenzialità di sviluppo che va accompagnata, organizzata. Penso al turismo religioso da supportare con infrastrutture moderne che recuperano storia e tradizione, è il caso della riattivazione di una delle linee ferroviarie storiche più suggestive del Paese, quella che collega Avellino con Rocchetta Sant’Antonio. Insomma, mi piace pensare la Campania come una risorsa culturale nel suo complesso, all’interno della quale il turista può spostarsi e vivere esperienze diverse fra loro in uno dei luoghi più ricchi di patrimonio e cultura della nazione. Affinché i lavori ai lotti da completare al Rione Terra di Pozzuoli possano riprendere e giungere a termine, è necessario che la Regione sblocchi i circa 70 milioni di euro previsti per questa fase. Naturalmente, le fibrillazioni politiche nazionali non giovano a migliorare il quadro generale: crede di poter fare una previsione precisa sui tempi di intervento? Delle fibrillazioni politiche nazionali m’interessa il giusto, sono sempre stato tra quelli che hanno chiesto stabilità per poter governare bene. I fondi per il Rione Terra, tranquillizzo tutti, li abbiamo e c’è anche la volontà politica di terminare i lavori. Se ci sono ritardi nell’assegnazione non dipende solo da noi e siamo impegnatissimi affinché lo sblocco possa avvenire in tempi molto rapidi. In più per Pozzuoli, la Regione ha stanziato, e in parte erogato, 87 milioni di euro per il tunnel che collega la tangenziale di Napoli-via Campana con Pozzuoli; 59 milioni per opere di bonifica; 10 milioni di euro per il sovrappasso ferroviario via Campana-parco De Luca, sistemazione di via Artiaco; 14 milioni per il parcheggio di interscambio e terminal di via Campana (e ne occorreranno altri 36 per completare le infrastrutture per raggiungere il centro). Noi crediamo in questo territorio, e lo stiamo dimostrando con i fatti. A Bagnoli/ex Italsider appare chiaro che non si riesce a trovare una soluzione che consenta finalmente di superare lo stallo in cui è piombata la riqualificazione di quest’area strategica. Pensa che l’esempio virtuoso di Pozzuoli possa creare un “effetto domino” utile a sbloccare il recupero dell’ex Italsider? Pozzuoli ha un valore assoluto e nei piani della giunta regionale è al centro di un’area turistica che partendo da Bagnoli finisce al litorale domizio: si tratta di uno dei siti in cui è possibile realizzare migliaia di posti di lavoro. Quanto a Bagnoli, mi prendo una parte del merito per aver fatto arrivare al comune di Napoli 270 milioni di euro per la bonifica dell’area Italsider, passaggio da cui non si può prescindere se si vuole recuperare davvero quella zona. Adesso c’è bisogno di passare dalle parole ai fatti, dalla logica “dell’ammuina” a quella della serietà che prevede progetti messi nero su bianco e realizzabili, cosa che, diversamente da Bagnoli, è avvenuta a Pozzuoli, che ha cambiato volto negli ultimi anni. La Regione sta provando a ridisegnare le arterie di collegamento per il trasporto su gomma, tuttavia resta ancora molto difficile la riorganizzazione (e profonda riqualificazione) del trasporto su ferro (circumflegrea, cumana) che allo stato attuale offre un servizio decisamente modesto e sottodimensionato rispetto alle esigenze di popolazione e turisti. Che idee ha la Regione per migliorare il trasporto su ferro nei Campi Flegrei? Stiamo realizzando una rivoluzione anche nei trasporti: stiamo risanando i conti e potenziando infrastrutture e mezzi. Abbiamo già fatto un miracolo. L’Eav, azienda dei trasporti regionale, era sull’orlo del baratro, 700 milioni di debiti accumulati, una cosa da chiudere i battenti e buttare la chiave. Invece non abbiamo mai smesso di lavorare e siamo riusciti, in extremis, a farci finanziare dal Governo seicento milioni per il risanamento del debito e così, da poco, sono state firmate le transazioni con le imprese per riaprire i cantieri. Un’operazione che dà respiro, salva migliaia di posti di lavoro con l’indotto, e ci consente di programmare. Poi, oltre a quelli della metropolitana di Napoli, ci sono altri cantieri che interessano il territorio: il raddoppio della linea sulla Circumflegrea nel tratto tra Pisani e Quarto e della Cumana nel tratto Dazio-Gerolimini che diminuiranno i disservizi e consentiranno l’aumento della frequenza dei treni. Ho ricoperto l’incarico di Assessore al turismo in un recente passato e ciò mi ha permesso di comprendere quanto sia determinante gestire un’alta capacità ricettiva in termini di posti letto. Il turista che si ferma a dormire in un territorio, infatti, è un turista che lì spende. Per questa ragione penso che, poiché attualmente Pozzuoli ha solamente un migliaio circa di posti letto nella ricezione alberghiera, in attesa di dotarsi di strutture adeguate, potrebbe essere utile stringere accordi con la vicina isola d’Ischia che ha una capienza di 40mila posti, riuscendo così a dare un prodotto turistico rinnovato nell’offerta, con reciproco vantaggio in termini di maggiore presenze e, quindi, di crescita economica del settore. Lei pensa che ci siano le caratteristiche giuste per individuare un’area di Sistema Turistico Locale nelle località di Pozzuoli – Campi Flegrei – Ischia – Procida? Assolutamente sì. Quando affermo che Pozzuoli è il centro di un sistema più ampio, comprendo anche le vicine isole di Ischia e Procida che sono un riferimento attrattivo non solo per il turista straniero ma per quello interno, che le raggiunge dal porto di Pozzuoli. Anche per questo è fondamentale pensare in grande al porto, come polo crocieristico e commerciale, un hub inserito in un contesto meraviglioso dove le isole sono le regine del golfo. Dal litorale flegreo a quello domizio fino alle isole, sfruttare al massimo le nostre migliori risorse è questo il progetto di cui mi faccio garante.