Paolo Fulceri Camerini, presidente dell’Associazione Balneari dell’isola d’Ischia, proprietario del parco termale Negombo e autore del ripascimento di una delle spiagge più belle dell’isola, S. Montano, fa il punto sul disastro degli arenili ischitani, che velocemente stanno scomparendo e privano, così, l’isola di una risorsa strategica sia sul piano economico che naturalistico.
“E’ stata un’emozione incredibile. Nel 2002 ero sulla spiaggia dei Maronti tutti i giorni mentre veniva ricostituita, dopo la disastrosa mareggiata del dicembre 1999. Di fronte a quello spettacolo pensai che dovevo agire subito anche per S. Montano, dove il mare lambiva il ristorante, e che, infatti, fu restaurata nello stesso periodo. In 5 mesi e mezzo ottenni i pareri necessari e per il ripascimento usammo sempre la sabbia dei Maronti, che era la cava autorizzata. Il lavoro mi costò 1 miliardo di vecchie lire, di cui il 42% a fondo perduto attraverso un progetto dupim. Mi sono ripagato l’investimento in 3 anni e tuttora il mio stabilimento vive di quel ripascimento: S. Montano attualmente è profonda 40 mt ed è una spiaggia sana perché si è ricreata la barra, cioè la barriera di sabbia che si trova sotto il pelo dell’acqua e che rompe l’onda, facendola giungere a terra attenuata; anche i Maronti è ancora lì, per quanto non si sia fatto nessun intervento di manutenzione”. Paolo Fulceri Camerini, presidente dei Balneari dell’isola d’Ischia, manda un messaggio che è fatto di esperienza, pragmatismo, consapevolezza di quanto sia delicato, diciamo pure drammatico, lo stato in cui si trovano quasi tutte le spiagge dell’isola, sempre più povere di sabbia. Ma è un discorso che contiene anche ottimismo, nel senso che l’ideatore del parco termale Negombo, a Lacco Ameno, è convinto che dandosi da fare, agendo finalmente con decisione la tendenza si può invertire. Il bilancio per la spiaggia di S. Montano, infatti, e per lo stesso arenile dei Maronti, è assolutamente positivo. Nel 2000, davanti al disastro della spiaggia più grande dell’isola completamente spazzata via dalla furia delle onde, Camerini si mosse, insieme a tutte le Amministrazioni, e il risultato fu appunto il ripascimento, eseguito nel 2002. Oggi, le dimensioni dei Maronti sono ridotte ma nel complesso resiste e, del resto, il segreto di un ripascimento che abbia successo è proprio creare una spiaggia molto grande, come dire sovradimensionata, in modo che il mare, “il migliore ingegnere che c’è”, abbia la materia prima da redistribuire, per ricostituire anche la parte sommersa della spiaggia. Lo scorso anno, l’imprenditore come presidente dell’ABI ha ricominciato a tessere la sua tela: “Il 5 settembre 2014 le sei Amministrazioni hanno firmato un protocollo di intesa, sulla falsa riga di quello che feci per realizzare l’intervento risolutivo di 13 anni fa. Voglio mettere la mia esperienza al servizio dell’isola, dato che la spiaggia di S. Montano problemi non ne ha. Ho un consulente che stimo, persona fattiva che sa come si fanno le spiagge ed ha i contatti necessari con le ditte specializzate in questi interventi. Attraverso gli uffici tecnici di tutti i Comuni, abbiamo raccolto le emergenze in termini di perdita di arenili in un documento che è arrivato in Regione Campania. Adesso, servono i fondi per finanziare la progettazione, indispensabile per richiedere i finanziamenti necessari a realizzare concretamente i lavori, e i Comuni non li hanno: quindi siamo determinati a tornare alla carica alla Regione con l’Amministrazione De Luca che si è appena insediata”. Una delle vie che si stanno tentando è quella del fondo di rotazione, cioè denaro messo a disposizione appunto dalla Regione cui i Comuni possono attingere per redigere direttamente loro i progetti. Una volta che questi ultimi siano stati finanziati con i fondi europei, una quota del finanziamento coprirà il prestito del fondo di rotazione che verrà restituito. “Con il gruppo di lavoro dei Comuni abbiamo fatto anche un passo in avanti politico, nominando Lacco Ameno comune capofila del progetto. Lo considero un passo in avanti politico perché i Comuni che hanno maggiori problemi sono Ischia e Forio, e in parte Barano, mentre Lacco Ameno non ha tutta questa necessità e ciò può farne un elemento neutro che riesca a mediare fra le parti. Inoltre, l’attuale sindaco Giacomo Pascale mi ha sempre seguito quando ho promosso il ripascimento a S. Montano e conosce l’iter. Mi piace parlare di restauro delle spiagge esistenti (Lido, Inglesi, Citara, Maronti stessi…), che deve costituire una nostra priorità assoluta. Penso che in Regione siano coscienti del problema di Ischia, che rappresenta una fetta assai consistente del pil turistico della Campania. Inoltre, sono convinto che se con l’aiuto della Regione confezioniamo un progetto che comprenda l’intera isola riusciremo a ottenere fondi europei”. E con altrettanta schiettezza prende posizione
su questioni spinose connesse alla scomparsa delle spiagge isolane. “Il problema sono quelli che posano le scogliere, che mi vedono come il fumo negli occhi. Voglio dirlo con chiarezza: ‘Scogli a Ischia non riuscirete più a posizionarne, perché avete già messo tutti quelli che non dovevano essere messi’. L’isola è ormai circondata da scogliere collocate a casaccio e l’accelerazione del depauperamento delle spiagge che si verifica su ogni versante è da ricollegarsi direttamente alla posa delle scogliere; bisognerà invece correggere gli errori fatti, riposizionandole correttamente”. Se teniamo conto che 1 metro quadrato di spiaggia rende, considerando tutto l’indotto, 1200-1500 euro all’anno (studio Nomisma) e Ischia è avviata a non averne più, è evidente il danno enorme per la comunità dell’isola, dal punto di vista economico e non solo. “I sindaci devono fare la loro parte e battere i pugni sul tavolo, in quanto l’economia dell’isola si fonda per il 60% sul turismo balneare e per il 30% su quello termale e i due sommati moltiplicano il loro valore, naturalmente!”. Altro tema su cui Camerini dimostra il suo essere fattivo è quello degli studi, su cui accade spesso che si arenino le migliori intenzioni. Ci si limita, infatti, a realizzare quelli che dovrebbero
essere un fondamentale strumento per redigere progetti seri e credibili, e invece finiscono solo per invecchiare sullo scaffale di qualche ufficio comunale o regionale. “Studi in quest’ambito (correnti, presenza di depositi di sabbia sommersi) per l’isola d’Ischia ce ne sono già tanti, si dovrebbero fare solo delle piccole verifiche e mettere a punto un progetto da parte di persone competenti. E’ assolutamente indispensabile che accanto alle ricerche, che vanno sicuramente aggiornate, si agisca, si deve avere un atteggiaMento concreto, tenendo sempre presente che ogni studio va finalizzato a progetti da attuare”.
In apertura, S. Montano e i Maronti dopo il ripascimento del 2002 e Paolo Fulceri Camerini. In alto e sotto l’arenile di S. Montano molto ridotto e un momento dei lavori di ripascimento. Al centro ancora i Maronti.
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text_Silvia Buchner | photo_archivi Camerini e Ischiacity