n.12/2007
Photo: Redazione Ischiacity
Text: Nicola Costa
La curiosità mi ha spinto ad accettare l’invito del signor Antonio Monti. Sulla strada che porta a Lacco Ameno alto vedo un signore che, gesticolando, mi invita ad entrare su per una piccola strada, fino ad arrivare ad una splendida terrazza rivolta verso il mare, dalla quale, con mia grande sorpresa, si ammira un incantevole panorama. Il signor Antonio si rivela un anfitrione gentilissimo. Da me sollecitato, mi racconta la sua avventura, appena iniziata, con la vite e con il vino. Figlio di un agricoltore, alla fine degli anni Settanta decide, per mancanza di lavoro, di trasferirsi in Germania. La voglia di lavorare è tanta. Inizia nei ristoranti dall’ultimo gradino, e con grande determinazione, dopo un po’ di anni, riesce ad aprire il suo di ristorante. Intanto sposa una ragazza tedesca che gli regala due figlie. Con il tempo e con il lavoro il ristorante prende forma e clientela. Muore il padre e in eredità si trova un piccolo appezzamento terrazzato con vigneto autoctono. Decide di costruire una piccola cantina e affrontando anche sacrifici economici riesce finalmente, nel 2003, a produrre il suo primo vino. Da questo momento inizia la sua avventura. Ma ha già in mente il futuro: la figlia maggiore studia tecniche alimentari ed intanto, d’estate, fa tirocinio da produttori di vino in Friuli. L’entusiasmo del signor Monti mi spinge nel vigneto, dove la signora e la figlia più piccola puliscono le piante togliendo i tralci secchi. Osservare quei gesti mi trasmette il loro amore per la terra e per la vigna. Ci avviamo verso la cantina, scavata nella pietra e costruita in modo altamente qualificato. Il macchinario di ultima generazione mi trasmette tutte le rassicuranti promesse di una seria vinificazione. Tutto in ordine, in un ambiente igienicamente irreprensibile. La cantina contiene barriques e tonneaux per l’invecchiamento. Completata la visita, ci dedichiamo agli assaggi. La Tommasone produce ad oggi circa 25.000 bottiglie di quattro tipologie di vino: due bianchi e due rossi. Mi soffermo sul “Terradei”, frutto del connubio di due uve da sempre presenti nell’isola. Vino dalla facile ‘beva’, di colore giallo paglierino, con profumi di agrumi locali. Ottimo per tutti gli abbinamenti con la cucina del mare. Il rosso “Pignanera”, invece, è il fiore all’occhiello per il signor Monti. E’ composto da 50% di Aglianico e 50% di Montepuciano, vitigni impiantati di recente proprio allo scopo di poter ottenere un vino di prestigio. Il vino invecchia per un anno in botti di rovere, cui seguono 6 mesi di affinamento in bottiglia. Adatto per carni rosse, formaggi e pasta dura. La struttura del “Pignanera” rivela l’importanza di questo vino e avrei preferito gustarlo con un invecchiamento di almeno 3 anni. Gran parte della produzione viene venduta in Germania, ma è comunque presente negli alberghi e nei ristoranti importanti di Ischia, aggiungo che la cosa più sorprendente è il rapporto qualità-prezzo di questi vini. Grazie signor Monti per avermi offerto l’opportunità di scoprire una realtà enologica che ancora non conoscevo. Brindo ad un futuro roseo con un’alzata di bicchiere ed un cin cin. Buona Fortuna.